Andalusia, il trionfo di Vox fa risvegliare la Spagna un po’ più a destra
Stamattina la Spagna si è svegliata e si è resa conto di avere (ancora / di nuovo) un’anima di destra, un po’ come tutti gli altri paesi dell’Eurozona che nel corso delle varie elezioni tenutesi nel corso degli ultimi anni (che siano politiche o amministrative) hanno visto gli exploit delle proprie destre: dalla Francia (con la Le Pen che è stata la prima destrorsa ad avere improtanti risultati elettorali) all’Italia (con Salvini in costante ascesa nei sondaggi), dalla Germania (con l’estrema destra entrata per la prima volta nel parlamento bavarese) ai paesi di Visengard, un po’ tutta Europa ha visto crescere i movimenti di (estrema) destra, quando addirittura non ha visto la destra andare al Governo.
La Spagna ha finora fatto eccezione, se si fa eccezione per il PP e per Ciudadanos (che non sono certo partiti di sinistra).
Scriviamo finora, perché nelle elezioni andaluse – in una terra che ha visto i socialisti governare dal 1978 – il partito di estrema destra Vox ha ottenuto 400.000 voti e ben 12 seggi, “trionfando” laddove il numero di immigrati è maggiore (come analizzato da ‘El Pais’).
D’altra parte Vox è il partito che promette la costruzione di un muro invalicabile per difendere Ceuta e Melilla (vi ricorda qualcosa?).
Gran parte del merito di questo successo – come sempre in questi casi – va al leader del partito, l’ex PP Santiago Abascal Conde.
Ma chi è Santiago Abascal Conde?
Di fatto, il Presidente di Vox può essere considerato la nemesi di Pablo Iglesias.
E’ nato a Bilbao, nel Pais Vasco, da una famiglia di Amurrio (provincia di Álava, sempre Pais Vasco) ma è fortemente spagnolista (Iglesias è nato nella Capitale, Madrid, ma sostiene gli indipendentismi).
Ha studiato nell’Università di Deusto, università privata gesuita, provenendo da una famiglia bene tradizionalmente di destra con il padre che è stato per oltre un trentennio membro del PP, mentre il nonno è stato sindaco durante il franchismo (Iglesias ha studiato all’università pubblica di Madrid, è cresciuto nel quartiere popolare di Vallecas e proviene da una famiglia di socialisti).
Ama apparire in televisione e collabora con diverse televisioni spagnole (come Pablo Iglesias, che conduce due programmi televisivi, ‘Fort Apache’ e ‘La Tuerka’).
E’ il capo di un Partito che rifiuta le autonomie territoriali (vedi Pais Vasco e Catalogna, per fare due esempi), la legge sulla violenza di genere e il Tribunale Costituzionale (l’opposto di quello che propone un partito che appoggia gli indipendentismi e che ha una forte base femminista come Podemos).
Tornando al successo elettorale (Podemos – in cartello con Izquierda Unida – ha ottenuto appena cinque deputati in più: nel loro caso il risultato viene preso come sconfitta), i membri di Vox hanno assicurato: “Non saremo un ostacolo per terminare il regime socialista”. Aggiungendo, per mezzo del capolista Francisco Serrano: “E’ un momento storico per l’Andalusia e la Spagna. Noi siamo il partito del vero cambiamento. Perché, se non fosse stato per Vox, sarebbe stato tutto ancora uguale”.
Anche in Spagna sarebbe arrivato il cambiamento. Ma cambierà davvero qualcosa?
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Davide Colono