Voodoo, stupri, schiavitù: condannati 34 nigeriani
Tre uomini e una donna di origine nigeriana sono stati condannati a Trento con l’accusa di riduzione in schiavitù, violenza sessuale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina delle donne.
Grazie al Ju-Ju, il famigerato Vodoo nigeriano, gli uomini riuscivano a tener sotto contro le ragazze che facevano prostituire. Le terrorizzavano facendo credere di poter agire su di loro con la magia nera. Purtroppo questo meccanismo è profondamente radicato nella mentalità criminale nigeriana, soprattutto nell’ambito della prostituzione.
Il traffico di Lawrence Saribo e dei suoi parenti cominciava in Nigeria, le ragazze venivano portate in Libia e poi in Italia. Dai centri di accoglienza, poi, finivano direttamente sulle strade per prostituirsi.
L’indagine su Lawrence Saribo era nata nel 2016, dopo che una giovane nigeriana aveva confidato cosa era avvenuto agli operatori del centro di accoglienza. Tutte le ragazze portate in Italia avevano un debito di 30mila euro. Non solo: vivevano sotto la minaccia del voodoo, per loro e i loro familiari.
Condannate quattro persone, tutti parenti
È stato condannato a 12 anni per queste pesanti accuse Lawrence Saribo, nigeriano 40enne. Condannati anche la sorella Oliva Atuma, 31 anni residente a Merano con il marito Justice Ehiorobo, 28 anni. Gli ultimi due avevano un permesso di soggiorno per motivi umanitari, hanno patteggiato 3 anni e 8 mesi. Nel novero delle condanne, ma con rito abbreviato, rientra anche un altro fratello, Harrison Atuma che è stato condannato a 3 anni.
Lawrence Saribo era anche stato riconosciuto colpevole di stupro ai danni di una donna che l’aveva denunciato: ma questi fatti sarebbero avvenuti in Libia.