Ghisberto e la vignetta sulla musica dei bambini di oggi che ha scatenato uno shitposting su Facebook

Ghisberto e la vignetta sulla musica dei giovani che ha scatenato lo shitposting su Facebook

Non perderemo tempo ad introdurvi il personaggio. In tal senso, se proprio volete saperne di più su Ghisberto, vi rimandiamo a ‘Vice’ che ha ben spiegato il fenomeno a più riprese (questo è uno dei prima articoli al riguardo).

Parleremo invece di una delle ultime vignette, dell’illuminato vignettista emblema dello spirito dei tempi.

La vignetta la potete vedere di seguito.

Una vignetta in cui Ghisberto fa un paragone tra i bambini di una volta (ah, i good old times!) e i bambini di oggi.

Da un lato, i bambini di una volta ascoltano Francesco Salvi (che comunque dimentica Ghisberto come ai tempi fosse abbastanza poco mainstream), giocano con giochi classici (yo-yo, marranzano e cubo di rubik) e sorridono incantati davanti al tubo catodico.

Dall’altro lato, i bambini di oggi (oltre ad avere i capelli di colori dubbi ed espressioni alquanto strampalate) che fanno “yo yo” ascoltano Sfera Ebbasta (la canzone citata è ‘Trap Kings’), bestemmiano, bevono e usano gli smartphone (!): insomma, uno scenario di degrado morale davvero deplorevole.

Cosa hanno deciso di fare quindi i bambini di oggi? Hanno iniziato a bombardare i commenti legati all’immagine, dando vita ad un vero e proprio shitposting (con tanto di copypasta, con il copia incolla frattanto nei commenti di parti dei loro successi preferiti: chissà come staranno rabbrividendo i 50enni a leggere queste apparentemente sconnesse frasi).

Ma la vignetta di Ghisberto non è da prendere in considerazione per l’alta fattura artistica, quanto piuttosto per il fatto che sia emblematica di quanto stia accadendo nel discorso pubblico dopo la tragedia di Corinaldo.

A  partire da una tragedia in cui si dovrebbe puntare il dito – al limite – contro i cattivi gestori dei locali (che per massimizzare il profitto mettono a repentaglio l’incolumità dei propri clienti) o – al massimo – contro il cachet degli artisti (che sparando alto obbligano i gestori a dover stipare i locali per poter guadagnare qualcosa), si è arrivati a criminalizzare un sottogenere musicale (con tanto di accuse assortite di esorcisti) puntando il dito contro l’intera gioventù.

Ché, d’altra parte si sa, sono dei ribelli senza causa.

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Davide Colono