Bullizzato e umiliato, 13enne finisce in neuropsichiatria
Un 13enne di Soresina è stato ricoverato in ospedale a causa della persecuzione dei bolli nella classe della scuola media dove vive.
Per lungo tempo aveva dovuto sopportare i soprusi dei branchi di bulli nella scuola media di Soresina, provincia di Cremona. Da umiliazioni in classe (scaturite da un diverbio durante la lezione) fino a veri pedinamenti, aggressioni, addirittura un lancio di un blocco di cemento contro l’abitazione del ragazzo.
Alla fine Yanis è stato ricoverato in nuero-psichiatria infantile all’ospedale Maggiore di Cremona. Hanno dovuto farlo, perché manifestava atteggiamenti autolesionistici che avevano preoccupato i genitori. Sulla vicenda indaga il Tribunale dei Minori di Brescia.
5 italiani in una classe con 22 stranieri
I genitori di Yanis hanno avuto l’impressione che la loro vicenda non sia stata seguita dai giornali a causa del politicamente corretto. Infatti Yanis è uno dei cinque italiani in classe, assieme a ben 22 ragazzini stranieri. La situazione di emarginazione è invertita, e Yanis si trovava in minoranza. La madre, Lucrezia Marzano, ha denunciato i fatti. “I bambini tra di loro si esprimono in base all’origine etnica. Alcuni vengono bocciati perché non conoscono nemmeno l’italiano”.
La polizia, nella denuncia fatta dai genitori del 13enne, ha segnalato che il ragazzino veniva bullizzato da baby gang di stranieri.
Addirittura alcuni dei ragazzini stranieri della scuola media di Soresina, in maggioranza africani e nordafricani, hanno già segnalazioni per aver commesso piccoli crimini, ma sono troppo giovani perché si agisca. “Sappiamo di maltrattamenti nei confronti anche di altri studenti, palpeggiamenti nei bagni a ragazzine di soli 12 anni” denuncia Lucrezia.
Baby gang di stranieri e micro-criminalità
“Trovo scandaloso che non si prendano provvedimenti, i colpevoli si conoscono, dal momento in cui hanno provato a scusarsi, ma noi non accettiamo le scuse come non accettiamo il menefreghismo delle istituzioni. Gli episodi sono avvenuti all’interno dell’istituto, non solo al di fuori. Chiediamo di fare gruppo perché questo non succeda più, ai miei e ai vostri figli” conclude Lucrezia.
La donna ha chiesto alla dirigente scolastica Paola Manara di indire una assemblea straordinaria ma lei si è rifiutata, sostenendo che un solo genitore non può convocare il consiglio di istituto.