Adolescenti difendono un commerciante cingalese aggredito: la bella storia che arriva dal Sud Italia

Ragazzine di 16 anni difendono un venditore ambulante aggredito, è successo a Catania

Arriva da Catania una bella storia di solidarietà che è anche una forte risposta nei confronti di un atto di violenza. Un gruppo di ragazzine sedicenni, tutte di sesso femminile, si sono schierate dalla parte di un venditore ambulante di origini cingalesi che in quel momento stava venendo aggredito da un gruppo di ragazzini.

Le giovani hanno assistito l’uomo e hanno fatto cessare le violenze proteggendolo fisicamente, rispondendo- di fatto- con un’azione contraria a quella dei giovani aggressori e mostrando di possedere un coraggio non usuale.

Ragazzine di 16 anni difendono un venditore ambulante aggredito, un testimone racconta i fatti

Ad un’azione di violenza non sempre si risponde con un’azione buona di valore totalmente contrario. Questa volta è successo: un gruppo di giovani ragazze, appena 16enni, ha risposto alla violenza con la quale un gruppo di ragazzi (loro coetanei) ha aggredito un venditore ambulante straniero.

I fatti risalgono a due giorni fa, sabato 22 dicembre. Ci troviamo nel centro storico di Catania, intorno alla mezzanotte, quando- all’improvviso- dei giovani accerchiano la bancarella di un venditore ambulante cingalese, la danneggiano rovesciandola in terra ed iniziano a deridere l’uomo.

Del momento di grave difficoltà vissuto dall’uomo si accorgono, però, delle ragazze di 16 anni che anziché rimanere indifferenti decidono di passare all’azione. Le ragazze aiutano l’uomo a risistemare il suo banchetto e addirittura fanno fisicamente quadrato intorno a lui per difenderlo da ulteriori attacchi.

L’accaduto è stato raccontato da Ciccio Mannino, membro di Federculture  e testimone che ha assistito di persona alla scena: “Ho appena visto in via Etnea un gruppo di ragazzine di 16 anni non solo aiutare a ricostruire il banchetto di un cingalese devastato da dei coetanei, ma addirittura fare quadrato attorno a lui, difendendo il suo banchetto e il suo diritto di stare in questa città”.

Maria Mento

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