L’isola sulla quale sorge il vulcano Anak Krakatau ha più che dimezzato le sue dimensioni. Lo confermano gli esperti specificando che nel corso dell’ultima eruzione avvenuta in Indonesia e talmente potente da generare uno tsunami devastante, tre quarti dell’isola stessa sono letteralmente andati distrutti disgregandosi e crollando in mare, scatenando il violentissimo maremoto che ha provocato la morte di 420 persone, oltre mille feriti e danni inestimabili; lo sostengono gli scienziati secondo i quali il volume dell’isola vulcanica si sarebbe drasticamente ridotto, passando a circa un quarto delle dimensioni pre-eruzione.
Eruzione Indonesia, scomparsi 180 mln di metri cubi
Oltre 180 milioni di metri cubi sarebbero andati perduti nel disastro del 22 dicembre secondo l’Indonesia’s volcanology agency e ad oggi il volume complessivo non supererebbe i 70 milioni di metri cubi. Inoltre il picco del cratere è scomparso portando l’altezza del vulcano da 338 a 110 metri. Numeri che lasciano capire quale intensità può aver raggiunto lo tsunami generato proprio dalle frane provocate dalla violenta esplosione legata all’eruzione dell’Anak Krakatau. Gli esperti hanno utilizzato immagini radar satellitari per capire cosa sia accaduto al vulcano perchè a causa dell’enorme quantità di polvere nell’aria e le continue eruzioni in mare non è stato ancora possibile effettuare accurate ispezioni in loco.
Dati ricavati da immagini satellitari
Dopo le ispezioni visive il centro potrà fornire dati più precisi ed accurati in merito alla deevoluzione dell’isola. Nel frattempo le autorità hanno avvertito i residenti di rimanere ad un chilometro dalla costa di Sunda Strait, che separa Java da Sumatra, a causa dell’elevato rischio di nuovi tsunami. Gli esperti sostengono che eventuali nuovi maremoti innescati dal vulcano risulterebbero meno intensi a causa della sua massa ridotta ma ciò non riduce la pericolosità ad essi connessa.