Momento storico ma di grande confusione in Venezuela.
Nicolas Maduro, presidente del Venezuela dal 19 aprile 2013 (quando era succeduto a Hugo Chavez, Presidente dello stato sudamericano per oltre 14 anni, considerato da alcuni un rivoluzionario socialista e da altri un pericoloso populista – quando il populismo non era una cosa di destra), è stato di fatto spodestato dall’opposizione.
Dopo essere stato riletto due settimane or sono per un secondo mandato presidenziale (il risultato non è però stato mai riconosciuto dalle opposizioni) Maduro è stato scalzato da Juan Guaidó, già presidente dell’Assemblea Nazionale, il Parlamento venezuelano (attualmente dominato dall’opposizione), adesso proclamatosi presidente “pro tempore” davanti ai propri sotenitori a Caracas.
In tutto il Paese sudamericano sono scese in piazza decine di migliai avenezuelani esasperati dalla situazione del Paese (oggettivamente difficile, al netto delle valutazioni politche) – di seguito vi proponiamo delle immagini esclusive provenienti da Catedral de Barquisimeto.
Immediato è arrivato il riconoscimento di Juan Guaidó come capo dello Stato ad interim da parte del Presidente americano Trump (ieri – frattanto – il Vicepresidente americano Mike Pence aveva invitato i venezuelani a scendere in piazza per cacciare Maduro).
The citizens of Venezuela have suffered for too long at the hands of the illegitimate Maduro regime. Today, I have officially recognized the President of the Venezuelan National Assembly, Juan Guaido, as the Interim President of Venezuela. https://t.co/WItWPiG9jK
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 23 gennaio 2019
In un momento in cui è difficile distinguere le notizie vere dalle bufale (i media venezuelani sono assoggettati al regime mentre quelli extra Venezuela, d’altro canto, prendono parti opposte e non necessariamente attendibili), viene riportato dai principali media internazionali che in alcune parti del paese e i punti di Caracas sono scesi in piazza alcuni simpatizzanti di Maduro e sono stati riportati anche quattro morti a causa degli scontri tra le fazioni.
A fianco di Trump, anche cinque stati latinoamericani (Brasile, Colombia, Perù, Costa Rica e Paraguay) hanno riconosciuto Guaidó come Presidente.
E se molti in Venezuela esultano, c’è chi sulle reti sociali fa notare (riferendesi al colpo di stato del 2002 ai danni di Chavez, poi fallito)
Anche se tanta acqua e amarezze sono passati sotto i ponti in #Venezuela, come nel 2002 Carmona giurava per conto di Bush e Aznar, oggi #Guaido giura in nome di Trump e Bolsonaro. I democratici, anche quelli più disillusi, sanno ancora riconoscere un colpo di stato! pic.twitter.com/OEQ1uGrCfi
— Gennaro Carotenuto (@GenCar5) 23 gennaio 2019
EDIT: appoggiato dal presidente della Bolivia Evo Morales, Maduro non ha intenzione di mollare, anzi
Nuestra solidaridad con el pueblo venezolano y el hermano @NicolasMaduro, en estas horas decisivas en que las garras del imperialismo buscan nuevamente herir de muerte la democracia y autodeterminación de los pueblos de #Sudamérica. Nunca más vamos a ser patio trasero de #EEUU.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 23 gennaio 2019
dopo aver rivendicato i risultati delle ultime elezioni – che lo hanno visto, come detto poc’anzi, rieletto nel ruolo di Presidente del Venezuela – Maduro s’è così espresso, attaccando gli Stati Uniti che – a suo dire – vogliono mettere un governo marionetta al suo posto, interrompendo le relazioni diplomatiche con gli States (“Annuncio come presidente costituzionale ecapo di Stato, in complimento delle funzioni per cui ho giurato davanti al popolo, di aver chiuso le relazioni diplomatiche con il Goerno imperalista degli Stati Uniti”) e dichiarandosi pronto a lottare (“Andiamo al combattimento! Lotteremo fino a vincere ed oltre!”).