Julen, polemiche sul costo dell’operazione di salvataggio
Mentre il mondo intero ha il fiato sospeso per la sorte di Julen, il bimbo spagnolo di 2 anni e mezzo intrappolato a 70 metri di profondità sotto terra, c’è chi trova tempo anche per polemiche. Polemiche che, posto che Julen si trova ancora sotto terra da solo, hanno una vena crudele e polemica.
Mentre prosegue la parte più difficile delle operazioni di soccorso, vale a dire l’estrazione di Julen dal tunnel orizzontale dove i minatori stanno scavando a mano senza sosta, qualcuno ha sollevato delle polemiche per i costi che l’operazione di salvataggio ha richiesto. Le polemiche riguardano i costi stimati della massiccia macchina dei soccorsi attivata dal 13 gennaio ad oggi per salvare Julen: 600mila euro in totale.
Bufale e polemiche sul salvataggio di Julen
Secondo qualcuno sono troppi soldi per estrarre un bambino che – purtroppo – ha poche possibilità di essere sopravvissuto. Le polemiche infuriano sul web, e con esse anche l’opinione di chi è scandalizzato da chi ne fa una questione di soldi. “Abbiamo vissuto veri e propri scandali per politici che si sono appropriati di milioni di euro per loro e per i loro compari, perché puntualizzare quanto sta costando il salvataggio di un bimbo innocente?” commenta un utente sui social.
Non solo: assieme alle polemiche crudeli, girano anche delle bufale. Come quella, circolata in Spagna e soprattutto su Whatsapp, secondo la quale il padre di Julen sarebbe stato coinvolto nella costruzione del pozzo dove il figlio è precipitato. C’è chi anche ha sostenuto che il padre del bimbo sia coinvolto in affari pochi puliti. La Guardia Civil ha risposto alle accuse parlando di fatto “non plausibile, doloroso e diffamatorio”.
E suo padre si sfoga così: “Quando tutto questo sarà finito, tirerò fuori tutte le mie forze e andrò fino in fondo anche a questa storia. Chi ha diffuso quelle informazioni false e diffamanti dovrà risponderne in tribunale. Neanche Dio può perdonare persone così meschine, con tutto quello che abbiamo passato e che stiamo passando”.