La Persia rinasce, clamorosa scoperta nella tomba di Dario I

Oggi,nel sito di Naqsh-e-Rostam, presso la città di Shiraz, nell’Iran meridionale è stata fatta una delle più importanti scoperte dedicate all’Impero Achemenide, il potentissimo e magnificente regno persiano fondato dal Re dei Re Ciro II nel 540.aC subito dopo la capitolazione di Babilonia. Il noto archeologo Mojtaba Doroudi, mentre compieva delle ricerche sulla tomba di Dario I (terzo Re di Persia e parente acquisito di Ciro II), ha scoperto delle iscrizioni nascoste dalla vegetazione di oltre 2500 anni fa, scritte e tradotte nelle tre lingue principali dell’ Impero Achemenide, il Persiano, l’Elamita (parlato dalle popolazioni che prima di tutte abitarono la Persia) e il Babilonese (la quale ben presto divenne la lingua della nobiltà imperiale).Tali iscrizioni, secondo il professor Wouter F.M Henkelman sono delle informazioni riguardanti la linea dinastica dei sovrani persiani, discendenti del leggendario condottiero Achaemenes, colui che fondò la famiglia di re leggendari come i sopracitati Ciro e Dario e di re del calibro di Cambise II (figlio di Ciro) e Serse I ( nipote di Ciro). Sempre secondo Mojtaba Doroudi, tale scoperta risulta essere “importante nel campo della filologia e della conoscenza delle lingue antiche” in particolar modo per quanto riguarda la lingua persiana, la quale è di origine indoeuropea, formando quasi un anello di congiunzione tra le lingue mediorientali e quelle latine/europee che vennero nei secoli a divenire.

L’iscrizione inoltre, potrebbe anche svelare i numerosi segreti dell’amministrazione e della burocrazia persiana di quei tempi, considerata ancora adesso, la più efficiente di tutto il periodo antico della Storia.

Tutt’oggi, l’Impero Achemenide, che durò fino all’aggressione di Alessandro Magno del 331 a.C , viene ritenuto il primo stato multiculturale, multietnico e con una concezione moderna di tolleranza religiosa e ideologica, ben distante dai governi delle poleis greche, ben più repressive e xenofobe, basti pensare che uno dei primi editti di Ciro II fu proprio quello di abolire la schiavitù in tutto il suo regno, azione che nessun sovrano aveva mai osato fare prima di lui.

Lorenzo Carbone