Pernigotti a rischio chiusura: cassa integrazione per 12 mesi. Che fine faranno i 92 dipendenti?

Una delle aziende storiche del nostro Paese sta attraversando un momento davvero molto difficile.

A partire da oggi, scatta infatti la cassa integrazione per la Pernigotti di Novi Ligure. Fatta eccezione per gli interinali, tutti gli altri dipendenti (sono 92, ndr) sono coinvolti in questa situazione, che avrà una durata di 12 mesi.

Come stabilito ieri a Roma, la cassa integrazione della Pernigotti scatta per cessazione, con finalità di “reindustrializzazione del sito produttivo”. L’azienda dolciaria è stata acquisita nel 2013 dai fratelli turchi Toksoz, e fin da subito la nuova proprietà ha mostrato quelli che erano i propri intenti, ovvero l’esternalizzazione della produzione e la chiusura della fabbrica di Novi Ligure.

“Abbiamo un anno di tempo per salvarla”

Terminati i 12 mesi di cassa integrazione, per i 92 dipendenti coinvolti sono previsti altri due anni di Naspi, l’indennità di disoccupazione. Dopo questi ulteriori 24 mesi il futuro è davvero a tinte fosche per ognuno di loro, alcuni dei quali hanno già superato i 50 anni. Peggio ancora va agli interinali, che non otterranno neppure la cassa integrazione: per loro è prevista solo la disoccupazione che varia in base ai mesi effettivi di lavoro.

Nel frattempo, i lavoratori hanno deciso di mobilitarsi: sono previste assemblee in questi giorni per capire cosa fare e come farlo. “Abbiamo un anno di tempo per salvare la Pernigotti – fanno sapere Tiziano Crocco e Piero Frescucci, rispettivamente segretario provinciale della Uila-Uil e delegato Rsu della fabbrica – e non passerà giorno che non cercheremo il modo di farlo”.

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