
Secondo il giornale Times, il quale cita fonti delle milizie arabo-curde e delle Forze democratiche siriane (Fsd, sostenute dagli U.S.A) vi è ancora speranza per l’Italia di poter riabbracciare il sacerdote gesuita Giuseppe Dall’Oglio, rapito dall’I.S.I.S (Islamic state of Iraq and Syria) il 29 luglio del 2013 in Siria, sarebbe vivo e potrebbe essere liberato non tra molto. Il motivo può essere ricondotto alla disastrosa situazione militare della branca siriana del Daesh ,i combattenti jihadisti bloccati in sacche di resistenza in Siria stanno trattando per avere una via d’uscita, anche sotto pressione dei tanti foreign fighters che si stanno arrendendo in massa, in attesa di sapere quale sarà il loro destino per mano dei vincitori.
Secondo il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, i rimasugli dell’ I.S.I.S verranno annientati in “Meno di una settimana“. Tralasciando la nota assolutamente propagandistica dell’inquilino della Casa Bianca, è facile comprendere da che parte ormai punti l’ago della bilancia nel conflitto tra la Coalizione Anti-I.S.I.S. e lo Stato Islamico. In virtù di questo, i sopravvissuti dello Pseudo-Stato fondato da Al-Baghdadi (dato per morto a partire del 2017) stanno cercando ogni mezzo per potersi redimere dinnanzi agli occhi della scena mondiale. Oltra a Dall’Oglio, sembra che l’I.S.I.S voglia liberare un altro prigioniero eccellente,
Il giornalista britannico John Cantlie (usato più volte nei video propaganda dell’I.S.I.S) e un’infermiera neozelandese della Croce Rossa. I tre ostaggi sono stati sequestrati i tre diverse occasioni nei primi giorni dell’offensiva dal Daesh in Siria.
Lorenzo Carbone