In un controverso editoriale del ‘Washington Examiner’ viene citato uno studio della Nasa per illustrare che una guerra atomica tra Pakistan e India potrebbe avere effetti positivi sul surriscaldamento globale.
La crescente tensione tra Pakistan e India causata dal raid aereo dell’aviazione indiana nel Kashmir e dall’abbattimento di due jet indiani da parte della contraerea pachistana, acuisce il timore che tra le due potenze asiatiche possa iniziare un conflitto bellico che conduca all’utilizzo delle armi atomiche. Al momento la prospettiva risulta lontana, ma un simile scenario non è escludibile a priori e alcune testate giornalistiche lo hanno vagliato nei propri editoriali.
Tra queste c’è pure il Washington Examiner, nel quale il colonnista Philiph Klein spiega che lo scoppio di una guerra atomica tra India e Pakistan potrebbe avere inattesi aspetti positivi. Chiaramente non fa riferimento né ad aspetti socio politici né ad aspetti prettamente umanitari: il colonnista infatti spiega che, sebbene un simile conflitto avrebbe un bilancio di vittime disastroso (probabilmente il più grande della storia), l’esplosione delle nucleari potrebbe condurre ad un cospicuo abbassamento della temperatura del pianeta.
La guerra atomica tra India e Pakistan abbasserebbe la temperatura della terra?
Le affermazioni di Klein si basano su uno studio della Nasa del 2011 che presuppone uno scenario bellico nucleare in cui vengono sganciate 100 nucleari della stessa potenza di quella rilasciata su Hiroshima. Immediatamente dopo l’attacco si solleverebbero particelle di carbonio che si andrebbero a mescolare con l’atmosfera creando un filtro per i raggi solari. Nel giro di 3 anni la temperatura della terra scenderebbe di un grado celsius, scendendo addirittura di 1.7° negli anni successivi prima di ricominciare a risalire (entro una decade circa).
L’autore dello studio Luke Oman, citato dallo stesso giornalista all’interno dell’articolo, ci ha tenuto a precisare come l’abbassamento delle temperature e il filtro solare non avrebbero solo effetti positivi, bensì si rischierebbe di incorrere in un periodo di grave carestia: “Allo stesso modo l’agricoltura potrebbe essere distrutta dalla combinazione di abbassamento di temperatura, maggiori precipitazioni e calo improvviso di radiazioni solari”. Se a questo secondo scenario si aggiunge che in una simile guerra morirebbero milioni se non miliardi di persone a causa delle detonazioni e delle successive radiazioni, appare evidente come (e lo stesso autore dell’editoriale ci arriva a conclusione dell’articolo), sia augurabile che non si verifichi mai una guerra nucleare.