Antonio Ciontoli condannato per la morte di Marco Vannini: “Ha evitato di chiamare i soccorsi per evitare conseguenze”

La Corte d’Appello ha rese note le motivazioni per la condanna di Antonio Ciontoli, colpevole di aver ucciso Marco Vannini.
“Ha evitato di chiamare i soccorsi deliberatamente”, stabilisce la Corte d’Appello. E’ la motivazione con cui è stato condannato Antonio Ciontoli, colpevole di aver ucciso con un colpo di pistola Marco Vannini, vent’anni, secondo quanto riporta il magazine online Terzobinario.it
Le motivazioni della Corte d’Appello; “Antonio Ciontoli ha mentito per ridurre le conseguenze”

La condanna della Corte d’Appello si è mostrata particolarmente inflessibile. Sottolineando come, se pure la morte di Marco Vannini fosse da attribuire a un incidente di percorso, è il comportamento di Ciontoli nelle ore successive a determinare la gravità delle sue azioni. L’uomo, in altre parole, avrebbe sì “esploso colposamente” il proiettile che ha tolto la vita a Marco, ma in seguito avrebbe “consapevolmente e reiteratamente evitato” di chiamare i soccorsi. Per motivi puramente egoistici, sostiene sempre la Corte d’Appello. Il timore di ripercussioni anche di carattere lavorativo sarebbe insomma costato la vita a Marco.
Secondo gli inquirenti la dinamica degli eventi sarebbe la seguente. La sera della sua morte, Marco si trovava a casa della fidanzata, intento a farsi un bagno, quando Antonio Ciontoli inavvertitamente sparò un colpo dalla pistola che era andato a recuperare. Nelle ore successive, l’uomo avrebbe tergiversato pur di non chiamare i soccorsi, mentre Marco moriva lentamente, dissanguato.
“Condotta riprovevole”, ad Antonio Ciontoli il massimo della pena; cinque anni.

La responsabilità dell’azione resta colposa e non dolosa, specifica inoltre la Corte d’Appello nell’estratto dalla condanna; ma “la condotta riprovevole dimostrata dall’imputato” e “l’assenza di significativi tratti di resipiscienza” hanno spinto i giudici a decidere per il massimo della pena.
Antonio Ciontoli era stato originariamente condannato a quattordici anni, ridotti a cinque con le attenuanti per omicidio colposo. La moglie e i figli, colpevoli di concorso volontario in omissione di soccorso, sono stati invece condannati a tre anni.
Cristina Pezzica