Arresto in Campidoglio, ecco le intercettazioni che incastrano Marcello De Vito (M5S)

Marcello De Vito (M5S), presidente del Consiglio Comunale di Roma, è stato arrestato per le tangenti intascate su vari progetti, tra cui quello del nuovo stadio. Ad incastrare lui e altri indagati le intercettazioni

Marcello De Vito (ANSA/CLAUDIO PERI)

Marcello De Vito (M5S) e Camillo Mezzacapo, avvocato, sono stati arrestati con l’accusa di corruzione. Il Presidente dell’assemblea comunale di Roma avrebbe intascato tangenti per sveltire l’iter amministrativo riguardante la costruzione del nuovo stadio della Roma e di altri stabili. Nell’ambito della stessa inchiesta altre due persone sono finite agli arresti domiciliari. Sarebbero undici sarebbero attualmente indagate. A inchiodare De Vito e Mezzocapo alle loro responsabilità anche delle intercettazioni telefoniche.

Le intercettazioni che inchiodano Marcello De Vito (M5S), gli eventi paragonati alla cometa di Halley

Una sequela di eventi da non perdere proprio perché difficile che una concentrazione simile di situazioni favorevoli possa facilmente verificarsi di nuovo. In questi termini Camillo Mezzacapo, l’avvocato arrestato per corruzione insieme all’esponente del M5S Marcello De Vito in forze al Campidoglio, descriveva in un’intercettazione registrata lo scorso 4 Febbraio le occasioni  che avrebbero potuto rappresentare per i due “soci in affari” una fonte certa di guadagno: “Questa congiunzione astrale … è tipo l’allineamento della cometa di Halley, hai capito? Cioè è difficile secondo me che si riverifichi così …. e allora noi, Marce’, dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me, cioè guarda…ci rimangono due anni“. E come ha spiegato il Gip, i poteri di Marcello De Vito sono stati notevolmente amplificatiper il fatto che il Movimento risulta essere non più solo al governo di Roma ma al governo del Paese“.

Le intercettazioni che inchiodano Marcello De Vito (M5S), le tangenti confluite in una società fittizia

Com’era strutturato, semplificando, l’accordo esistente tra De Vito e Mezzocapo? Il denaro delle tangenti necessarie per fare andare avanti una determinata pratica, camuffato da pagamenti per consulenze legali offferte, veniva versato sui conti di una società intestata proprio all’avvocato Camillo Mezzocapo e a Marcello De Vito. Dalle intercettazioni trascritte emerge chiaramente come parte del denaro spettasse appunto all’esponente del M5S, che anzi sperava di entrare in possesso della sua percentuale in tempi estremamente veloci. Mezzacapo, invece, era riuscito a convincerlo a rimandare l’incasso della sua parte di compenso (afferenti ai versamenti del gruppo Toti  e dell’immobiliarista Statuto) al momento del termine del suo mandato elettorale.

(Fonte: La Repubblica.it)

(Immagine di repertorio)

Maria Mento

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