Abbiamo intervistato il poeta slammer Simone Savogin
E’ il poeta più famoso del momento ed è arrivato quarto all’ultima edizione dello show ‘Italia’s Got Talent’; stiamo parlando di Simone Savogin, che abbiamo intervistato in ESCLUSIVA.
Ciao Simone, per prima cosa presentati ai nostri lettori…
Sono Simone Savogin, uno slammer, direttore del doppiaggio e ‘urlo’ in alcuni gruppi musicali. Faccio slam dal 2005 e scrivo da sempre, per me è una necessità. Sono andato a ‘Italia’s Got Talent’ perché la LIPS (Lega Italiana Poetry Slam) ha pensato che fosse un mezzo per far conoscere lo slam a più persone possibili e hanno deciso di mandare me come rappresentante e ne sono stato molto lusingato. E’ andata molto bene davanti ai giudici perché credo di essere stato quello ‘diverso’ lì in mezzo, il fattore sorpresa ha fatto tanto. Non credevo che il programma potesse rispondere così bene per la poca spettacolarità di una persona che parla e non mi aspettavo la grande accettazione da parte del pubblico.
Ti sei presentato al popolare programma ‘Italia’s Got Talent’ (raggiungendo il quarto posto) come poeta slammer: svelaci come è nata questa tua passione artistica e quali sono a tuo parere i segreti del suo successo coi giudici e col pubblico del programma?
Ho iniziato a fare slam per caso nel 2005, perché un mio vicino di posto sul treno (mentre io studiavo e lavoravo a Milano) ho scoperto essere un editore e mi ha invitato ad uno slam dicendomi che sarebbe stato presente Lello Voce (colui che ha portato lo slam appunto in Italia), non aveva molti poeti tra i concorrenti ed esortato a far parte della manifestazione facendo una delle mie canzoni. E’ stato un evento bellissimo e vi hanno partecipato personaggi come Sergio Garau (il presidente della LIPS) e il grande Filippo Timi. Lello Voce rimase molto colpito dalla mia performance e mi ha portato in giro per l’Italia e da lì è nato l’amore per questa forma di arte. Nel 2013 così questa passione mi ha portato a fondare la LIPS (che racchiude tutti gli slam in Italia in competizioni nazionali, agli Europei e ai Mondiali). Il pubblico pare aver apprezzato la cultura ed è una cosa bellissima; non mi reputo chissà quale portatore di scienze, ma le persone che mi scrivono manifesti il proprio entusiasmo verso questa pratica.
Intervista al poeta slammer Simone Savogin
E’ da poco uscito il tuo libro ‘Scriverò finché avrò voce’: raccontaci qualcosa di più a questo proposito…
Il libro contiene tutti i pezzi che ho fatto nei vari slam, alcune canzoni e pezzi che non sono abbastanza validi da un punto di vista delle performance, ma che scrissi per la semplice voglia di farlo. Ha una struttura ben definita che per me è molto importante, ma se qualcuno avesse dubbi o chiedesse chiarimenti sono a disposizione.
A tuo parere quanto abbiamo bisogno di poesia nel nostro quotidiano e nell’attuale panorama artistico italiano?
In Italia e nella vita in generale la poesia serve a digerire meglio la vita stessa, non solo la poesia ma l’arte tutta. L’arte serve ad accendere, risvegliare e motivare le persone. Non riesco a concepire un mondo senza arte ed è brutto pensare che sia solo un ‘accessorio’, non ci accorgiamo di quanto sia importante. Le persone purtroppo a volte per pigrizia la relegano per stare sicuri nella propria comfort zone, creando una vita a mio parere triste, anche se ognuno ovviamente fa quel che crede.
Simone Ciloni