“Volevo uccidere un bianco italiano”
Sono davvero angoscianti le parole della confessione di Said Mechaout, il marocchino con cittadinanza italiana di 27 anni che ha sgozzato con un coltello e senza un motivo Stefano Leo, commesso biellese di 34 anni, a Torino.
“Volevo uccidere un giovane, bianco e italiano. Avrebbe fatto scalpore” commenta Said. Un omicidio del tutto casuale, perché in quel momento passava un giovane italiano, con il sorriso in faccia. Il killer ha confessato che voleva che l’omicidio facesse scalpore. Non voleva uccidere una persona a caso, o un vecchio, ma un giovane, qualcuno di cui si parlasse.
“Ma non un vecchio, un 40enne di cui non avrebbe parlato nessuno. Qualcuno italiano della mia età, la cui morte avesse avuto una buona risonanza”. Forse chiamarlo un omicidio razzialmente motivato sembra poco politicamente corretto, ma si avvicina alla realtà.
“Volevo uccidere un giovane italiano”
Prima di Stefano era passato un uomo coi cani, che aveva discusso brevemente con il marocchino. “Poteva essere lui la vittima ma in quel momento c’era gente” dichiara il killer.
Riguardo all’agghiacciante tecnica utilizzata per ucciderlo, un taglio netto e profondo alla gola, ha commentato freddamente. “Se lo colpisci alla schiena è meno sicuro, puoi prendere un polmone e non sei certo di ammazzarlo”. “L’ho colpito alla gola, sgozzandolo, ho visto che tentava di respirare…poi si è accasciato dopo aver fatto le scale cercando di respirare”.
“Volevo togliergli il futuro come l’ho perso io, tutte le promesse che aveva, toglierlo ai suoi amici e parenti, ai suoi figli. Non so neppure io chi aspettassi quel giorno. Poi è arrivato questo ragazzo. Aveva un’aria felice e io non lo sopportavo. Era quello giusto” sono le parole terribili dell’assassino.