Ha confessato l’assassino della prostituta 40enne Benedita Dan che ieri è stata ritrovata morta ad Albareto (Modena). È un uomo originario di Palermo

Ha già un nome e un volto l’assassino che ieri ad Albareto (Modena) ha ucciso Benedita Dan, una donna di 40 anni nota per la sua professione di prostituta. La donna è stata ritrovata morta, in un fossato, da un uomo che stava portando a spasso il suo cane. Il colpevole è il 41enne Leopoldo Scalici, 41 anni, originario di Palermo. Si tratta di un uomo disoccupato e incensurato che, poche ore dopo aver commesso il delitto, ha deciso di costituirsi consegnandosi ai Carabinieri.
Omicidio a Modena, l’assassino è un palermitano reo confesso: l’omicidio per un raptus d’ira
Sarebbe stato un raptus, un momento dominato da una forte ira, quello che ha portato il palermitano Leopoldo Scalici (41 anni) a uccidere Benedita Dan (40 anni). Il corpo della donna è stato trovato nella mattinata di ieri, 7 Aprile 2019, ad Albareto, nella località campagnola di stradello Toni. Benedita Dan, di origine nigeriana, era una prostituta ed esercitava nella zona di Modena Nord. Così il palermitano ha raccontato, davanti ai Carabinieri e al Procuratore Angela Sighicelli, di aver colpito più volte alla testa Benedita con una morsa per banco da lavoro. Successivamente Scalici ha guidato il furgone su cui viaggiava fino a stradello Toni. Qui ha abbandonato il corpo nudo e i vestiti. L’uomo è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario.
Omicidio a Modena, prima un rapporto sessuale e poi il delitto: la ricostruzione dei fatti
L’incontro di Benedita con quello che sembrava essere un cliente come un altro, e che invece si sarebbe tramutato nel suo assassino, si è consumato nella notte tra sabato e domenica. Leopoldo Scalici era alla guida di un furgone non di sua proprietà (gli era stato prestato da un conoscente per portare a termine dei lavori) quando ha incontrato la donna e l’ha invitata a salire per consumare con lei un rapporto sessuale. Finito il momento dell’amplesso, l’uomo l’avrebbe uccisa perché improvvisamente colto dall’ira. Non si conoscono i motivi che abbiano condotto l’omicida ad arrabbiarsi: si pensa a un’insoddisfazione dovuta a una performance poco appagante offerta dalla donna. Sono seguiti i colpi alla testa e l’abbandono del cadavere nel fossato. Fatto sta che nel tardo pomeriggio di ieri il palermitano, disoccupato e senza precedenti penali, è stato preda di un forte senso di colpa derivato dall’ aver stroncato una vita. Si è così presentato alla caserma dei Carabinieri di Pavullo e si è consegnato, confessando tutto. Il furgone sul quale lui e la donna si sono appartati è stato sequestrato dagli inquirenti.
(Fonte: Giornale di Sicilia.it e ModenaToday.it)
Maria Mento