E’ accaduto di nuovo: dopo le elezioni svoltesi ieri – che hanno visto una partecipazione con pochi precedenti, con oltre il 75% degli spagnoli andati al voto – in terra iberica sarà difficile fare un governo.
Se le sinsitre hanno vinto le elezioni – tanto i socialisti del PSOE quanto la sinistra di Podemos hanno ottenuto risultati anche migliori delle aspettative – rimane per loro comunque impossibile raggiungere il numero di deputati necessari per governare.
Se è vero che sono necessari 176 per governare (per altro, fermarsi ad una cifra vicina a 176 sarebbe un rischio per la stabilità dell’esecutivo), PSOE e Podemos assieme raggiungono quota 165 e per questo motivo adesso è grossa l’incertezza.
Le destre unite a loro volto non riescono a raggiungere la maggioranza – anche eventualmente comprendendo l’estrema destra di Vox (che entra in parlamento con 24 seggi: un risultato storico perché porta l’estrema destra in Parlamento per la prima volta dai tempi di Franco, ma che comunque non conferma i timori / le speranze della viglia circa un possibile exploit). In tal senso, da segnalare il grande flop del Partito Popolare, secondo partito dopo il PSOE ma con appena 66 seggi a disposizione (con Ciudadanos – partito di centrodestra – non distante a 57).
L’ago della bilancia adesso potrebbe essere rappresentato dagli indipendentisti catalani ed in particolare da quelli di Erc (che avevano fatto cadere l’esecutivo Sanchez negandogli il sostegno alla legge di bilancio).
Una delle poche maggioranze possibile potrebbe essere rappresentata da un’alleanza tra il Psoe e Ciudadanos ma il leader di C’s Albert Rivera ha più volte negato la possibilità di allearsi con il partito guidato da Sanchez.