
Abbiamo intervistato l’Onorevole Muroni di ‘Liberi e Uguali’
Buonasera Onorevole Muroni, grazie della partecipazione. Da ex presidente di Legambiente sappiamo che il riscaldamento globale è un tema che le sta molto a cuore: qual è lo scenario che ci aspetta in un futuro non troppo lontano e soprattutto quali sono le misure concrete per combattere questo problema che pare essere sempre più insormontabile?
Abbiamo pochi anni per scongiurare il collasso climatico. La scienza ci dice che senza azioni adeguate il riscaldamento globale potrebbe superare la soglia di 1,5 gradi – l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi – già nel 2030. Che significherebbe innalzamento dei mari e scioglimento dei ghiacciai più marcati, eventi estremi più intensi e frequenti, aumento delle forti precipitazioni in diverse regioni ma anche della siccità e delle terre desertiche. E dunque aumento dei profughi ambientali: un rapporto della Banca Mondiale stima in 143 milioni il numero delle persone in fuga da fame, siccità e alluvioni al 2050 se i governi del mondo non interverranno. Mentre le guerre del futuro saranno legate al controllo dell’acqua, anziché a quello del petrolio. Evidenze che dovrebbero spingerci a un’azione immediata e trasversale per approvare le leggi che servono all’ambiente. A partire dallo stop ai sussidi – diretti e indiretti – alle fonti fossi e da un Piano energia e clima adeguato a centrare gli impegni per il clima assunti a Parigi. Necessario anche disegnare una strategia di adattamento capace di mitigare gli effetti dei fenomeni climatici estremi di rendere più resilienti le nostre città.
Di fronte a questa situazione il governo italiano, come al solito, a parole racconta di voler fare la ‘rivoluzione’ e di impegnarsi come mai prima per il clima, mentre uscendo dalla propaganda e entrando nella realtà si scopre che non ha neanche iniziato a spostare gli oltre 16 miliardi di sussidi che ogni anno vanno a fonti fossili e attività dannose per l’ambiente.
Dopo aver messo a disposizione del Parlamento diverse mie proposte su fronti prioritari quali il contrasto al consumo di suolo, l’introduzione di una forma di carbon-tax e la promozione della generazione energetica diffusa e rinnovabile, ho deciso di presentare una mozione simile a quella inglese per dichiarare l’emergenza climatica anche in Italia. Un atto che impegni l’esecutivo su fronti strategici quali: la transizione energia, la mobilità sostenibile, l’uscita dai sussidi fossili e lo stop al consumo delle risorse naturali.
L’On. Muroni sul salario minimo e il caso Siri
Recentemente Di Maio ha affermato che entro agosto diventerà legge il salario minimo: quali sono le sue sensazioni a riguardo e in quali aspetti si trova eventualmente in disaccordo col vicepremier?
Il salario minimo, come il reddito di cittadinanza, nasce da un’esigenza reale che vede molti italiani faticare ad arrivare alla fine del mese pur avendo un lavoro regolare. Vorrebbe quindi rispondere all’impoverimento della classe media e di tanti lavoratori, giovani e donne in particolare. Ma come spesso accade con questo governo la misura non è adeguata all’obiettivo che si propone. Vuoi perché le norme vengono troppo spesso scritte male e senza il necessario confronto e ascolto delle parti, vuoi per l’eterno braccio di ferro su punti programmatici in quota Lega e ‘Cinque Stelle’ che si conclude inesorabilmente con l’ennesimo compromesso al ribasso.
Nel caso del salario minimo trovo più convincente la proposta del segretario generale Cgil Maurizio Landini: si faccia a partire dai contratti nazionali, che devono essere il riferimento per tutte le forme di lavoro, e oltre al salario orario si considerino i premi, le ferie, la malattia. Insomma il trattamento economico, le tutele, la sicurezza e i diritti complessivi.
Il caso Siri pare aver fatto scoppiare l’ennesimo scontro tra ‘Movimento 5 Stelle’ e la Lega: ci dia un suo commento a riguardo…
Il Paese avrebbe bisogno di un governo che si occupasse dei problemi reali degli italiani, che desse risposte ai disoccupati, rilanciasse gli investimenti pubblici e la crescita, che rafforzasse il welfare, si impegnasse per contrare l’evasione, che lanciasse una lotta senza quartiere alle mafie e alla corruzione anziché ai migranti. Invece abbiamo un governo che amministra sulla base di un contratto, stile lista della spesa, e che litiga su tutto perché le due anime che lo compongono sono impegnate in una campagna elettorale permanente. Ma che poi trova sempre l’accordo e lo scambio giusto per restare al potere. E succederà così anche sul caso Siri.
Simone Ciloni