Nella notte un’esplosione ha distrutto la saracinesca della sede degli Irriducibili Lazio. Il capo del gruppo ultras ha dichiarato che a suo avviso si tratta di un’azione politica.
Questa notte il boato di un’esplosione ha svegliato dal giusto riposo gli abitanti di via Amulio, a Roma. La deflagrazione è avvenuta davanti alla sede degli Irriducibili Lazio ed ha distrutto la saracinesca. I danni provocati si limitano all’ingresso della sede e a due auto parcheggiate, sul posto sono intervenuti gli agenti di Polizia del commissariato Appio, i quali stanno esaminando i reperti raccolti per stabilire cosa ha causato l’esplosione. L’ipotesi più probabile è che qualcuno abbia lanciato un ordigno rudimentale (una bomba carta o un petardo), visto che sul luogo sono stati trovati pezzi di plastica e metallo compatibili con questa ipotesi.
Esplosione nella sede degli Irriducibili, il capo ultras: “Un’azione politica”
Raggiunto dai media locali, il capo ultras degli Irriducibili Lazio, Fabrizio Piscitelli aka “Diabolik”, ha dichiarato che la bomba lanciata contro la sede è legata ad un’azione politica. Proprio gli ultras della Lazio, infatti, sono quelli che hanno esposto lo striscione su Benito Mussolini a Corso Buenos Aires a Milano. A tal proposito ha anche dichiarato che: “Se vogliono tornare al terrorismo degli anni ’70, a quel clima, noi siamo pronti. Anzi, io non vedo l’ora e di certo non ci tiriamo indietro”.
Diabolik ha spiegato che nella sede non ci si occupa di politica ma solamente di sociale e che l’attacco di ieri notte è stato un atto di vigliaccheria che avrebbe potuto causare il ferimento degli abitanti della zona. Il capo ultras, però, non rinnega la sua fede fascista e ne va persino fiero: “Noi andiamo allo stadio, fine. Poi, certo, siamo fascisti, gli ultimi fascisti di Roma, e non rinneghiamo nulla”.
Bisogna precisare che sull’accaduto sta investigando la Polizia e che il movente politico dell’azione è un’ipotesi del capo ultras della Lazio. Ciò che preoccupa è che dopo l’atto apologetico di Milano, gli ultras si sentano sfidati e possano mettere in pratica azioni che si rifacciano a quei tempi che così fieramente rimpiangono. Una situazione a cui bisognerebbe porre rimedio sul nascere.