Dopo il boicottaggio da parte di molti professionisti del settore, tra cui ricordiamo Wu-Ming e Zerocalcare, anche il Ministro Matteo Salvini ha deciso di non essere al Salone del libro di Torino
Matteo Salvini non andrà al salone del libro di Torino. Perché? Perché il Ministro si è dichiarato antifascista. Le polemiche scoppiate nei giorni scorsi per la presenza, alla rassegna, della CE Altaforte (unanimemente riconosciuta come la Casa editrice di CasaPound) ha portato anche il Ministro dell’Interno a schierarsi definitivamente e a optare per il no. Ricordiamo che la questione coinvolge direttamente proprio il leader del Carroccio: Salvini è il protagonista di un libro-intervista che sarà pubblicato proprio dalla CE “incriminata”.
Matteo Salvini non sarà al Salone del libro di Torino, ecco le motivazioni
Matteo Salvini non sarà al Salone del libro di Torino perché lui è un antifascista. Così si può riassumere la sostanza di quanto dichiarato da Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo a Milano. Il Ministro dell’Interno ha risposto a una specifica domanda posta dai cronisti sulle polemiche legate alla presenza fascista della CE Altaforte al Salone del libro di Torino. Presenza che ha già causato delle defezioni celebri. “Per me la cultura è cultura, da qualsiasi parte venga.”, e poi ancora “Non ho in programma una visita a Torino, non fatemi Fare anche l’organizzatore di saloni di libri” e “Se ci sono idee diverse, è anche bello il confronto ma non organizzo io, non allestisco io. Fatemi fare il Ministro dell’Interno e non della Cultura”, alcune tra le frasi pronunciate dal vice Premier.
Matteo Salvini non sarà al Salone del libro di Torino, le parole del Ministro sull’editore di Altaforte
Francesco Polacchi, l’editore di Altaforte, ha dichiarato di essere fascista salvo poi fare dietrofront. Cosa ne pensa Matteo Salvini? “ (…) Chiedetelo a lui– he detto il Ministro- Io non sono fascista. Sono antifascista, anticomunista, antirazzista, antinazista. Tutto l’anti possibile”. E a Torino, intanto, ci sono autori che hanno deciso di essere presenti e di manifestare, proprio con questa presenza, che non si vuole lasciare spazio ai fascisti. È il caso, ad esempio, della scrittrice Michela Murgia. Una presenza che quindi, al pari dell’assenza, ha il valore di una piena protesta. “Siamo convinti che i presidii non vadano abbandonati, né si debbano cedere gli spazi di incontro e di confronto che ancora ci restano”, ha scritto su Facebook l’autrice sarda.
(Fonte: TPI.it)
Maria Mento