La Georgia ha approvato una legge che vieta alle donne di abortire se si individua battito cardiaco nel feto. È polemica con le fazioni più progressiste
Brian Kemp, Governatore della Georgia, ha firmato una legge che nello Stato sta già facendo divampare la polemica. Secondo quando stabilito da questa nuova norma, una donna non potrà abortire qualora venga accertata l’esistenza del battito cardiaco del feto che porta in grembo. Naturalmente, contro questa approvazione, si stanno sollevando le fazioni più progressiste dello Stato, quelle che sostengono il diritto d’aborto per la donna e quelle che ritengono che la nuova legge sia in aperto contrasto con quanto stabilito nel 1973.
La Georgia dice no all’aborto se c’è battito cardiaco, la nuova legge e la contraddizione con le precedenti norme
In Georgia (Stato Uniti d’America) le donne non potranno più abortire se verrà accertata la presenza di battito cardiaco nel feto che portano nel loro utero. A stabilirlo una legge, definita Life Act, firmata dal Governatore dello Stato. La nuova norma ha fatto nuovamente divampare il dibattito, già animato da una legge approvata lo scorso anno nello Stato di New York e secondo la quale- in caso di pericolo di morte per la madre o di morte del feto stesso– si potrà abortire fino anche oltre le 24 settimane. La legge entrerà in vigore nel 2020 e ha ottenuto il plauso di tutte le associazioni che sono ovviamente contrarie all’aborto. Ad avversare la nuova disposizione, oltre a molti esponenti democratici, sono le associazioni per i diritti civili che sostengono il diritto di aborto per le donne. Secondo queste ultime, la legge approvata è in contrasto con quanto stabilito nel 1973 dalla Corte Suprema, e cioè la legalità del diritto di aborto per la donna.
La Georgia dice no all’aborto se c’è battito cardiaco, cosa cambia adesso
Prima dell’entrata in vigore di questa legge, l’aborto in Georgia era consentito fino alle venti settimane di gestazione. Cosa cambia effettivamente dunque? L’accertamento dell’esistenza del battito cardiaco del feto avviene già a partire dalla sesta settimana, e cioè a poco dall’inizio del secondo mese di gravidanza. Questo, di fatto, limita il diritto all’aborto della donna, soprattutto perché non tutte si accorgono immediatamente di aspettare un figlio. Per questo motivo molte associazioni hanno puntato il dito parlando di un effettivo divieto quasi imposto dal nuovo Life Act. “La Georgia è uno stato che dà valore alla vita . Prendiamo posizione per coloro che non sono in grado di parlare per sé”, ha detto il Governatore della Georgia. L’uomo si è detto fiero della disposizione pur nella consapevolezza che verrà ostacolata.
(Fonte: Il Giornale.it)
Maria Mento