Matteo Salvini torna col Vinci Salvini: interazioni sui social per una telefonata o un caffè

Tra il serio e il faceto, il ministro dell’Interno Matteo Salvini torna col “Vinci Salvini”, un vero e proprio “concorso” legato alla figura del ministro (nonché vice premier): in base al numero di interazioni social col numero uno della Lega (sia su Facebook che su Twitter che su Instagram) e alla velocità delle stesse, sarà possibile vincere premi come la possibilità della propria foto diffusa sui suoi canali social (“a 6 milioni di amici”, ci ricorda), una telefonata con Salvini in persona oltre che, ogni settimana, un caffè con lui.

Così, dopo un attacco assortito a “giornaloni, intellettualoni, professoroni, analisti, sociologi” Salvini invita gli interessati ad iscriversi a www.vincisalvini.it per partecipare.

Ciò che è certo è che Salvini sta riuscendo a scippare al Movimento 5 Stelle – dopo alcuni elettori per certo (ma lo vedremo alle urne) – il dominio della rete.

Un tempo c’era Silvio Berlusconi con le sue tv, adesso c’è Matteo Salvini con le sue reti sociali.

E se sicuramente stavolta quantomeno non c’è conflitto d’interessi, la verità è che sembra un po’ surreale che il Ministro dell’Interno – carica per la prima volta ricoperta in Italia da Alcide De Gasperi – si presti ad una operazione del genere.

In molti hanno commentato in maniera più o meno indignata:

“Il punto più basso della storia socio-politica del nostro Paese”.

“Sto incominciando a pensare che tutta l’erba che stanno sequestrando la stiano consegnando direttamente a te”.

“Co tutti i soldi che ve siete in***ati almeno un premio in denaro lo potevate mette”.

Siamo certi che in tanti parteciperanno al contest e, non volendo noi apparire rosikoni e non essendo un giornalone, diciamo pure che ognuno faccia ciò che desideri coi propri social.

Non saremo qui a giudicare Salvini per questo ma mi chiedo comunque quali e quante critiche avrebbe ricevuto un qualsiasi calciatore, categoria sempre sotto mira quando si parla di social, se ne avesse fatto un uso del genere.

E i calciatori danno calci ad un pallone, non governano un Paese.