Abbiamo intervistato il Senatore De Bertoldi di ‘Fratelli d’Italia’
Buonasera Senatore, nel sesto punto del vostro programma per le elezioni europee ‘Fratelli d’Italia’ è contro la finanza speculativa e le distorsioni dell’euro: ci può illustrare meglio questa vostra presa di posizione?
‘Fratelli d’Italia’ è il partito dell’Italia che produce e lavora e ciò spiega filosoficamente perché siamo lontani da chiunque voglia arricchirsi tramite la speculazione, i cui effetti nefasti ricadono soprattutto sulle parti più deboli della popolazione. Occorre quindi vigilare sull’operatività del sistema bancario, determinare una netta separazione fra banche commerciali e banche d’investimento, e quindi difendere le banche territoriali anche attraverso una nuova normativa per le piccole banche, che ponga rimedio ai danni arrecati al sistema delle banche popolari e del Credito Cooperativo dalle riforme Renzi-Pd della scorsa legislatura. Le distorsioni dell’euro dipendono, poi, dalle deficienze di un’Unione europea, che non rispecchia i desiderata dei Popoli, ma piuttosto le mire internazionaliste e speculative della Finanza internazionale e gli interessi particolari incentrati dall’asse franco tedesco. Fratelli d’Italia propone quindi un modello europeo, che davvero valorizzi le istanze delle Nazioni che compongono l’Ue, a cominciare da politiche fiscali comuni e bond europei per finanziare gli investimenti, affinché la moneta unica non rimanga un simbolo, ma diventi invece reale strumento di crescita e prosperità dei mercati continentali.
De Bertoldi di ‘Fratelli d’Italia’ sul programma elettorale del partito e le Europee
Sempre nel programma affermate il valore della famiglia e natalità contro la crisi demografica: quali sono le azioni che volete conseguire a riguardo e qual è lo scenario nazionale che ci aspetta nei prossimi anni?
La cultura della famiglia è la cultura delle tradizioni e dei valori cristiani, ai quali la Destra italiana ha sempre fatto riferimento. Ora è necessario, anche alla luce della preoccupante crisi demografica, varare politiche mirate che favoriscano la crescita e la sopravvivenza stessa dei nuclei familiari. Mi riferisco quindi alle politiche fiscali con la flat tax, il quoziente familiare e l’IVA agevolata sui prodotti per l’infanzia, alle politiche del lavoro con la tutela delle madri lavoratrici e alle politiche sociali con l’introduzione del reddito d’infanzia, utilizzando magari le risorse del diseducativo ed improduttivo reddito di cittadinanza. Solo così sarà possibile invertire il trend demografico e ridare prospettive alla nostra patria. Naturalmente un’Europa più sovranista ed ancorata ai valori della civiltà tradizionale potrà supportare meglio questi propositi, cominciando dal saper distinguere gli investimenti infrastrutturali e sociali, per i quali dovrebbero ammettersi interventi in deficit, dalla spesa corrente, che deve autofinanziarsi, o addirittura da quella clientelare ed improduttiva, che andrebbe finalmente eliminata.
Simone Ciloni