‘Alessandra’, gli Psicologi e la hit che colpisce il sistema – con tanto di riferimento alla Mussolini

Gli Psicologi sono un gruppo musicale di cui fra un po’ si sentirà tantissimo parlare. Perché sono giovani ed hanno un nome vincente (a la Thegiornalisti, per intenderci). Perché suonano bene (in questo caso grazie alla produzione di due apprezzatissimi beatmaker) e sanno scrivere.

Ho avuto difficoltà a reperire informazioni al loro riguardo ma ci sono poi riuscito grazie al sempre provvidenziale Rap Genius che mi ha edotto circa il genere fatto dal duo (composto da Lil Kaneki, romano dal nome sardo, e Drast, napoletano e anche produttore delle altre traccie): indie/emo-rap.

E’ evidente che gli Psicologi sono un ibrido: un po’ Carl Brave, un po’ Nicolò Contessa, appena un po’ più impegnati e rock.

In comune con Carl Brave e Nicolò Contessa, principalmente, hanno la romanità e il fatto che scrivano quello che vorrei scrivere io ne fossi capace, tratteggiando con la loro penna e la loro voce quadretti che ben rappresentano gli anni ’10.

A differenza del coautore di ‘Polaroid’ e del deus ex machina dei Cani, gli Psicologi – che sono anche più giovani – sembrano capaci di guardare al di fuori del proprio mondo intimo e privato.

In questa ‘Alessandra’, gli Psicologi fanno musica di protesta, fanno nomi e fanno intuire i cognomi.

La strofa di Drast è un inno generazionale (e ve la riportiamo di seguito quasi per intero):

Studia, lavora e poi muori
Fai come i tuoi genitori
Cammina con le tue gambe
E ricordati i tuoi valori
Rispetta sempre le guardie
Rispetta sempre i più grandi
Se hai qualche problema, prega
Se non hai il coraggio, piangi
Trova il gruppetto che fa per te
E se manifesti e non sai il perché
Non farti domande o risulterai impreparato

E nel ritornello – che fa chiarezza sul senso del titolo – gli Psicologi prendono una netta posizione (cosa rara, in questi tempi di sdoganamenti vari):

Al padre di Alessandra manca suo padre
Che indubbiamente ha fatto la storia
Ma fatti due domande se per un uomo così grande
Non c’è il giorno della memoria

Cantano così nel ritornello gli Psicologi, in quello che mi sembra un nuovo caso di contaminazione punk rock.

In questo caso, la musica è affidata alla produzione degli abilissimi Frenetik e Orang3, che hanno così commentato la collaborazione: “L’abbiamo detto, non possiamo che essere orgogliosi di questo brano e di aver collaborato con due ragazzi che hanno tanto da dire. Aspettavamo qualcuno in Italia che parlasse apertamente, ed è arrivato.
Questo pezzo è una hit nel senso letterale del termine, colpisce il sistema“.

E che non si scriva che nella – sempre più variegata – scena rap italiana si parla solo di droghe, bitch e denaro.