Una donna è stata ritenuta colpevole di aver ostruito il corretto funzionamento dell’affidamento condiviso, ora è costretta a pagare all’ex marito un risarcimento di 5000 euro.
Troppo spesso la fine di un amore porta con sé degli strascichi talmente pesanti da coinvolgere anche i figli di una coppia. Gli ex coniugi, spinti dal risentimento, iniziano una lotta senza fine in cui vanno di mezzo i bambini, principali vittime di un matrimonio naufragato. Di casi come questi molti finiscono in tribunale ma pochi arrivano addirittura a costituire un precedente giuridico e divenire legislatura.
Questo è il caso di una coppia di Torino, finita in tribunale poiché il padre del bambino sosteneva che l’ex moglie facesse ostruzione nei suoi confronti, non permettendogli di creare un rapporto con il figlio. Spesso, infatti, nei giorni in cui il piccolo doveva stare con il padre, la donna decideva di presentarsi insieme a lui e non li lasciava da soli.
Impedisce all’ex marito di vedere il figlio: madre costretta a pagare 5000 euro di risarcimento
Sia nel primo che nel secondo grado di giudizio, il Tribunale di Torino ha dato ragione al padre, obbligando la donna a versare all’ex marito un risarcimento pari a 5000 euro. Tramite il proprio legale, questa ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo che la sua presenza agli incontri era legata ad una precisa volontà del figlio, il quale le chiedeva di non lasciarlo insieme al padre.
La Corte Suprema, però, non ha raccolto il ricorso della donna, confermando l’obbligo per la donna di corrispondere un risarcimento all’ex marito per “lesione al diritto della bigenitorialità”. Esaminando il caso, infatti, i giudici hanno trovato riscontro di un comportamento ostativo della donna, come si legge a fine ordinanza: “comprovato un atteggiamento ostruzionistico della madre e il condizionamento al corretto svolgimento delle modalità di affidamento del minore, nonché il disagio, le sofferenze e i conflitti derivati al minore dall’ atteggiamento della madre”.