Una recente ricerca condotta allo Scripp Research, mostra come dal virus responsabile di una malattia sessuale delle scimmie si potrebbe trarre un vaccino per l’Aids.
La lotta contro l’Aids continua anche ai giorni nostri. A differenza degli anni ’80 e ’90, le persone che contraggono l’Hiv possono continuare a vivere, ma sono costrette a sottoporsi a cicli di cure che continuano per tutta la vita. In passato si è cercato di estrapolare un vaccino dal sangue dei soggetti infetti. Come per altre malattie, partendo dal virus dell’hiv ne è stata creata una forma meno aggressiva, attraverso una modificazione chimica, da introdurre nel corpo per stimolare i recettori e spingere gli anticorpi a contrastare il virus.
In un primo momento il prototipo di vaccino così creato ha contrastato l’avanzare del virus, ma sul lungo termine l’Hiv si è modificato in modo da eludere l’azione degli anticorpi. Sebbene, dunque, i malati di Aids possano adesso sperare in una vita più lunga, l’obbiettivo della scienza medica è quello di trovare una soluzione definitiva che permetta di sconfiggerlo.
Malattia sessuale delle scimmie usata come vaccino per l’Aids?
Un’equipe di ricerca dello Scripp Research ha lavorato in questi anni sulla possibilità che si possa trarre un vaccino da una malattia sessuale delle scimmie. La malattia in questione è la Siv (Virus di immunodeficienza delle scimmie), un virus a trasmissione sessuale dal quale si pensa possa essersi sviluppato proprio l’Hiv in Africa, oltre 100 anni fa.
Partendo da questo presupposto i ricercatori hanno estratto da quel virus una proteina, la ENV, che pare abbia delle somiglianze con il virus dell’Aids. Dopo aver opportunamente modificato la proteina Env, gli scienziati l’hanno combinata con cellule affette da Hiv ottenendo dei risultati incoraggianti che portano a pensare alla possibilità di creare un vaccino. Uno degli autori dello studio, Dennis Burton, ha dichiarato infatti: “Abbiamo dimostrato che si posso utilizzare delle forme del virus Siv delle scimmie per stimolare la creazione di anticorpi nelle cellule umane affette da Hiv”.