Alessandro Giuliano, il figlio di quel Boris Giuliano ucciso dalla mafia esattamente 40 anni fa, è il nuovo Questore di Napoli
Sarà Alessandro Giuliano a guidare la Questura di Napoli: stiamo parlando del figlio di Boris Giuliano, il capo della Squadra Mobile di Palermo brutalmente assassinato dalla mafia. Alessandro Giuliano ha scelto di seguire le orme del padre e nel 1990 si è arruolato in Polizia. Un anno importante per lui, in tutti i sensi: oltre all’ottenimento del nuovo incarico, il prossimo 21 Luglio 2019 ricorreranno i 40 anni dall’assassinio del padre.
Alessandro Giuliano è il nuovo Questore di Napoli,
A quasi 40 anni dall’uccisione, avvenuta per mano mafiosa, di Giorgio Boris Giuliano (il capo della Squadra Mobile di Palermo), un Giuliano sarà alla guida della Procura di Napoli. Si tratta di Alessandro Giuliano, il primogenito di Boris e della moglie Ines Leotta. Questore dal 2016 e da Marzo 2017 Direttore del Servizio Centrale Operativo (SCO), Alessandro Giuliano otterrà ufficialmente il nuovo incarico il prossimo 1 Giugno 2019. In precedenza, Giuliano è stato capo della Squadra Mobile di Milano. Le indagini da lui condotte in collaborazione con Luigi Savina (prima di lui capo della Mobile di Milano) portarono all’arresto del killer Michele Profeta. Le successive indagini sulla Mala del Brenta, a Venezia, rischiarono di costargli la vita: pare che i criminali avessero progettato di ucciderlo.
Alessandro Giuliano è il nuovo Questore di Napoli, 40 anni fa il dramma dell’uccisione del padre Boris
Boris Giuliano è il nome di una delle numerose vittime che la mafia ha mietuto soprattutto dagli anni ’70 agli anni ’90 del secolo scorso. Indimenticato capo della Squadra Mobile di Palermo, Boris Giuliano venne ucciso– con sette colpi di pistola sparati alle spalle da Leoluca Bagarella, cognato di Riina- il 21 Luglio del 1979. Giuliano in quel momento, stava pagando la consumazione di un caffè in un bar. Nativo di Piazza Armerina, dopo l’infanzia trascorsa in Libia per seguire il padre che lì lavorava come sottufficiale della Marina Militare, Boris Giuliano e la famiglia tornarono in Sicilia, a Messina. Qui si laureò in Giurisprudenza e vinse il concorso come commissario di Polizia nel 1963, venendo assegnato (su sua richiesta) alla Squadra Mobile di Palermo. Con le sue indagini arrivò a dare molto fastidio al sistema mafioso e, dopo la scoperta del covo di Via Pecori Giraldi avvenuta proprio nel 1979, iniziarono le telefonate anonime con minacce di morte lanciate al suo indirizzo. Boris Giuliano, morendo, lasciò la moglie e tre figli, il maggiore dei quali (Alessandro Giuliano, per l’appunto) aveva 12 anni all’epoca dei fatti.
Maria Mento