E’ caos Minibot dopo il si della Camera alla mozione relativa all’utilizzo di “strumenti di Stato di piccolo taglio” per il pagamento dei debiti della Pa
Con lo spread alle stelle e ormai prossimo ai 300 punti base, a preoccupare i mercati c’è anche l’approvazione di una mozione alla Camera che dà il via libera all’impegno, da parte del Governo, a varare un provvedimento riguardante il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese in titoli di Stato di piccolo taglio. Con l’Italia che rischia una procedura d’infrazione per il debito pubblico ai massimi livelli, i rumor relativi ad una valuta ‘parallela’ creata in Italia per accelerare il processo di pagamento dei debiti commerciali della pc. “Strumenti di Stato di piccolo taglio”, come appunto vengono definiti nella mozione che ha come primo firmatario il leghista Molinari e come co-firmatario Francesca D’Uva del Movimento 5 Stelle. Un’idea, quella dei Minibot, peraltro contenuta nel contratto di governo e che in molti ricordano anche nel programma elettorale della Lega per le politiche, presentata come possibilità per un sistema di pagamento alternativo rispetto alle banconote ‘classiche’.
Cosa sono i Minibot proposti dalla Lega?
Ma non si tratterebbe, a detta della Lega, di una moneta parallela. Bensì di ‘pezzi’ di debito pubblico spendibili per il pagamento delle tasse e privi di tasso d’interesse, a differenza del debito costituito da Bot e Btp. Sulla vicenda è però intervenuto il Ministero dell’Economia precisando che “non c’è nessuna necessità né sono allo studio misure di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di Stato di piccolo taglio, per far fronte a presunti ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane”, i cui tempi sono “in costante miglioramento”. Una corsa ai ripari che non cancella i dubbi, legati tanto più al fatto che la proposta della Lega era quella di mettere in circolazione tra i 70 e i 100 miliardi di euro di Minibot, provocando di fatto la ‘creazione’ di nuovo debito pubblico ed uno sforamento dei parametri del tetto del 3%.