Chiunque voglia richiedere un visto per gli Stati Uniti d’America dovrà trasmettere, a partire da ora, i dati sui suoi social networks relativi agli ultimi cinque anni
Una notizia riportata dalla BBC sta scatenando una nuova polemica legata alle ingerenze delle autorità nella privacy dei cittadini. Da questo mese in avanti chiunque voglia rinnovare il suo visto per gli Stati Uniti, o chiedere di ottenerlo per la prima volta, non solo dovrà fornire i suoi numeri di telefono e indirizzi email utilizzati negli ultimi 5 anni, ma dovrà trasmettere anche i dati sulle attività dei propri social network relative all’ultimo quinquennio. La notizia è stata diffusa dal Dipartimento di Stato statunitense.
Novità sul visto per gli Stati Uniti, obbligo di indicare i dati dei social network: l’Italia esclusa
Tutti coloro che vogliano ottenere un visto o il rinnovo del visto per gli Stati Uniti dovranno fornire i dati relativi ai social network, ai propri numeri di telefono e indirizzi email utilizzati nel corso degli ultimi cinque anni. Secondo un documento redatto lo scorso Marzo, come riportato da La Repubblica, si tratta di un’obbligatorietà che prima riguardava soltanto i cittadini transitati in territori ad alto rischio di terrorismo e che adesso, invece, riguarderà tutti, indiscriminatamente. Coinvolti anche coloro che vorranno andare negli States per studio, lavoro o turismo. Esiste un’eccezione, e cioè quella delle autorizzazioni Esta per i cittadini i cui Paesi aderiscono al Visa Waiver Program, e l’Italia è uno di questi Paesi. Esentati anche alcuni tipi di visto, come quelli diplomatici e ufficiali. Naturalmente, la notizia ha fatto gridare allo scandalo e si parla già dell’inizio di una nuova schedatura della popolazione.
Novità sul visto per gli Stati Uniti, polemiche sul controllo dei social network
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha spiegato che la misura è stata pensata per migliorare gli standard di sicurezza garantiti ai cittadini americani relativamente alle persone straniere che entrano in territorio Usa: “Abbiamo già richiesto alcune informazioni di contatto, storia di viaggi, informazioni sui membri della famiglia e precedenti indirizzi da tutti i richiedenti il visto lavoriamo costantemente per trovare meccanismi per migliorare i nostri processi di screening per proteggere i cittadini degli Stati Uniti, pur agevolando i viaggi legittimi“. Ma c’è chi, ovviamente, non trova necessariamente importante- per il monitoraggio della popolazione- il controllo dei social. Anzi, questo potrebbe portare all’autocensura delle persone che, quindi, potrebbero evitare di esprimersi sui social per paura di essere messe alla berlina. Di questo avviso, per esempio, è “L’Unione delle libertà civili” degli Stati Uniti, secondo cui- come riporta su Facebook la pagina Rete Solidarietà Rivoluzione Boliviana– “non vi è alcuna prova che il monitoraggio dei social network sia efficace o equo”.
Maria Mento