Lettera aperta a Salvini: “Una legge che proclamasse il diritto alla vita, salverebbe molti bambini”

Carlo Casini, magistrato ed ex eurodeputato della Democrazia Cristiana, è considerato tra i padri della bioetica in Italia.

Fondatore – nel 1975, quando aveva 40 anni – della Federazione nazionale del Movimento per la vita, Casini ha deciso di rivolgersi al ministro dell’Interno Matteo Salvini (leader di quella Lega di cui Casini si dichiara amico proprio in virtù dei quasi vent’anni da parlamentare europeo) affinché promulghi una legge che proclami la dignità umana di ogni concepito e affinché possa ragionare su una riforma dei consultori familiari.

Per rivolgersi a Salvini, Casini ha pubblicato una lettera aperta sul quotidiano cattolico Interris.

Di seguito, vi proponiamo due passaggi, quello inerente la possibilità di riforma dei consultori e quello inerente la richeista di una legge che proclami il “diritto alla vita”.

Casini, lettera aperta a Salvini: proposta di riforma dei consultori

“Lei certamente conosce la rete dei Centri di Aiuto alla Vita federati al Movimento per la Vita Italiano, organizzazioni di volontariato che hanno aiutato a nascere oltre 200.000 bambini a rischio di aborto facendo ritrovare alle madri la gioia e il coraggio dell’accoglienza. Possiamo testimoniare che l’accoglienza dei figli anche nelle più incredibili difficoltà, è fonte di gioia ed è foriera di effetti positivi per tutti. Sarebbe quanto mai importante che le istituzioni prendessero in seria considerazione tale attività anche in vista di una riforma dei consultori familiari”.

Casini, lettera aperta a Salvini: necessità di proclamare il “diritto alla vita”

“Nel preambolo della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, ratificata dall’Italia con la legge n. 176 del 1991, i bambini non ancora nati sono equiparati a quelli già nati («il fanciullo, a causa della sua mancanza di maturità fisica e intellettuale necessita di una protezione e di cure particolari, ivi compresa una protezione legale appropriata, sia prima che dopo la nascita»). Per chi conserva qualche dubbio, è richiamabile ancora una volta il principio di precauzione: il cacciatore non può essere autorizzato a sparare contro un cespuglio se non ha la certezza che non vi è nascosto un essere umano.

Dunque, una legge che proclamasse chiaramente la dignità umana di ogni concepito e il conseguente diritto alla vita, salverebbe molti bambini”.