Trasmissione ‘Realiti’: la procura di Catania apre un’inchiesta sulle dichiarazioni di due cantanti neomelodici contro Falcone e Borsellino

La procura di Catania ha aperto un’inchiesta contro le dichiarazioni di due cantanti neomelodici avvenute nel corso della trasmissione televisiva di Rai 2, ‘Realiti’.

La nuova trasmissione di Rai 2, ‘Realiti – Siamo tutti protagonisti’, è finita nell’occhio del ciclone dopo le pesanti dichiarazioni di due cantanti neomoelodici sulla mafia e precisamente sull’operato dei giudici Falcone e Borsellino.

Nel corso della trasmissione televisiva, il cantante neomelodico Leonardo Zappalà ha accusato l’operato dei giudici Falcone e Borsellino, giustificando in qualche modo ciò che successe nel 1992: “Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro”.

Dopo queste dichiarazioni, la trasmissione è stata travolta dalle polemiche. Oggi anche la procura di Catania ha iniziato a indagare

La trasmissione ‘Realiti’, condotta da Enrico Lucci, è stata travolta dalle inevitabili polemiche. La procura di Catania ha aperto un’inchiesta contro la trasmissione trasmessa la scorsa settimana.

La polizia postale di Catania dovrà acquisire i video della trasmissione. In studio era presente il cantante neomelodico, Leonardo Zappalà. L’inchiesta riguarda anche un altro cantante neomelodico, Niko Pandetta, nipote del boss ergastolano Salvatore Cappello. 

L’indagine riguarda non solo la trasmissione televisiva, ma anche i presunti rapporti dei due cantanti con la malavita organizzata. La Procura sta indagando anche sui contatti fra Pandetta e lo zio ergastolano, Salvatore Cappello.

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