
Nella conferenza stampa di addio all’incarico dirigenziale, Francesco Totti ha spiegato di aver preso questa decisione per divergenze professionali con la proprietà.
L’addio di Francesco Totti è un evento che tutti i tifosi della Roma avrebbero preferito non vivere mai, lo stesso “pupone” in apertura di Conferenza Stampa – tenutasi oggi alle 14:00 nella sala d’onore del CONI – ha dichiarato: “Ho dato le mie dimissioni dalla Roma, è un giorno che non pensavo di vivere”. Sono parole di un uomo che ha maturato una scelta sofferta e che adesso la comunica con il groppo in gola ed il dispiacere per essere stato costretto a prendere una strada differente da quella che il cuore gli avrebbe suggerito.
Dopo aver dato l’annuncio ufficiale di quello che tutti quanti avevano già saputo qualche giorno prima, l’ex numero 10 spiega il perché ha lasciato l’incarico: “Non è stata colpa mia perché non ho avuto mai la possibilità di esprimermi, mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno lo posso accettare, il secondo ho capito cosa volevo. Non ci siamo mai trovati, sapevano le mie intenzioni, la mia voglia di dare tanto a questa squadra ma loro mi tenevano fuori da tutto”.
Francesco Totti: “Ai romani posso solo dire grazie”
L’ex capitano della Roma ci tiene a precisare che quello di oggi è solamente un arrivederci con i tifosi della Roma, perché il rapporto che lui ha con la città e con la gente rimane splendido ancora oggi: “Al popolo di Roma devo dire solo grazie, per come mi hanno sempre trattato. C’è stato sempre un rispetto reciproco sia in campo che fuori, posso dire loro di continuare a tifare per questa squadra”.
Le dichiarazioni di Francesco sono un vero e proprio attacco alla società, attacco che non fa altro che acuire la tensione che già si era vissuta a fine campionato quando è stato annunciato l’addio di Daniele De Rossi. Totti accusa la proprietà di averlo costretto ad appendere le scarpette al chiodo e di non aver mantenuto le promesse fatte: “Tutti sappiamo che hanno voluto che io smettessi. Come dirigente avevo un contratto di sei anni, sono entrato in punta di piedi perché per me era un altro ruolo, una novità. Ho capito che sono due cose diverse giocare e fare il dirigente. Promesse ne sono state fatte tante ma mai mantenute. Col passare del tempo valuti tutto, non sto lì a fare quello che viene usato ogni tanto”.
La scelta di Totti è dunque dovuta al desiderio di non perdere la dignità che ha sempre avuto in campo e fuori. Il suo doveva essere un lavoro di responsabilità e così pare non sia stato. Mettere la faccia su un progetto che non lo rappresenta e che, a suo avviso, non fa il bene della Roma è qualcosa che non vuole più fare. Il futuro? E’ ancora in fieri, Totti valuterà le offerte e deciderà il da farsi. Per il ritorno a Roma bisognerà attendere e potrebbe anche essere un’attesa lunga: “Per riportarmi alla Roma serve in primis un’altra proprietà”.