
Il governo ha rinnovato per un altro anno le sanzioni alla Russia per l’occupazione militare della Crimea. Un voto che smentisce le parole di Salvini, più volte definitosi contrario alla loro applicazione.
L’occupazione armata della Crimea da parte della Russia -avvenuta nel 2014 – è stata giudicata dalla Nato e dall’Unione Europea un atto di violazione della sovranità dell’Ucraina, pertanto da quel giorno sono state applicate al Paese est europeo delle sanzioni monetarie e commerciali. Ieri il governo italiano, rappresentato nella Commissione Europea dal premier Giuseppe Conte, è stato chiamato a votare il rinnovo di tali sanzioni al Consiglio dell’Unione Europea.
La votazione in parlamento ha portato al rinnovo delle misure punitive nei confronti della Russia fino al giugno del 2020. Il presidente del consiglio ha espresso un voto favorevole a tale soluzione, nonostante molti esponenti dei partiti di maggioranza, compreso Matteo Salvini, ritengano tale misura una follia politica ed economica.
La posizione di Salvini sulle sanzioni alla Russia
Sin dal suo insediamento in qualità di vice premier e di ministro dell’Interno, Matteo Salvini ha dichiarato che le sanzioni alla Russia sono un errore. Tale posizione è stata ribadita dal leader del carroccio pure lo scorso ottobre, durante un incontro con i rappresentanti della Confindustria Russia. Chiamato ad intervenire sulla questione, infatti, Salvini ha dichiarato: “Io sono convinto che le sanzioni verso la Russia siano una follia, economica, sociale e culturale”, quindi ha aggiunto per maggiore chiarezza: “Noi stiamo sanzionando la Russia per eventuali violazioni nei confronti dell’Ucraina e stiamo finanziando, rincorrendo, adulando e provando a convincere ad entrare nell’Unione – cosa che non hanno alcuna intenzione di fare – un Paese che occupa militarmente uno dei 27 Paesi membri (a chi si riferiva? all’Ucraina? ndr)”.
Nonostante una posizione di così aperto contrasto con l’Unione Europea e nonostante la presenza di numerosi parlamentari europei appartenenti alla Lega, il voto dell’Italia è stato favorevole. Viene da chiedersi se Salvini non abbia cambiato opinione a riguardo o se, nonostante i numeri schiaccianti alle scorse europee, il peso specifico della Lega su tali questioni non sia sufficiente.
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