In manette, con le catene ai piedi, picchiati e incappucciati.
E’ il terribile racconto di Joelson e Tatiana, una coppia di migranti ora ospitata nel centro di accoglienza di Napoli gestito dalla Ong Laici Terzo Mondo assieme alla loro piccola Leora.
I due hanno raccontato l’inferno vissuto in Svizzera, dove sono stati trattati come bestie per poi essere rispediti in Italia.
“In manette, le catene ai piedi, picchiati e incappucciati – raccontano Joelson e Tatiana al quotidiano ‘La Repubblica’ – E volevano anche toglierci la bambina, che non aveva ancora un anno, perché lei è nata a Berna. Ma noi non l’avremmo lasciata mai”.
“Non c’era motivo di tanta violenza, trattati come bestie”
Lui ha 25 anni, ed è camerunense, mentre lei ne ha 23 e proviene dalla Costa d’Avorio. Entrambi sono partiti dalla Libia a giugno 2017 e sono stati soccorsi da una nave umanitaria. I due sono giunti a Salerno e in seguito sono stati trasferiti in un centro d’accoglienza di Torino.
Joelson e Tatiana hanno poi attraversato il confine, giungendo in Svizzera. Dopo i maltrattamenti è arrivato anche l’obbligo di ritorno in Italia. La polizia ha raggiunto la coppia nel villaggio montano di Albinen: “Dovete andare via da qui, vi rimandiamo in Italia”.
“Avevamo già firmato le carte per il trasferimento. Non c’era motivo di tanta violenza – raccontano Joelson e Tatiana – Ci hanno trattato come bestie”.