La senatrice Paola Nugnes è stata espulsa dal Movimento 5 Stelle, dopo aver più volte espresso la sua volontà di passare al Gruppo Misto. Il partito si divide fra chi è a favore e chi è contrario a questa decisione.
Continua il caos all’interno del Movimento 5 Stelle. La notizia di oggi è l’espulsione dal partito della senatrice Paola Nugnes, dopo la sua decisione di passare al Gruppo Misto.
Il capogruppo del M5S, Stefano Patuanelli, ha comunicato al presidente del Senato questa decisione. Sul blog delle Stelle si legge come la Nugnes abbia “espresso ripetutamente la volontà di votare contro il provvedimento per tagliare il numero dei parlamentari”.
La Nugnes nel corso degli ultimi mesi non ha condiviso molte scelte importanti del governo gialloverde. Queste le sue parole contro il Movimento: “Il Movimento originario e quello che è oggi al governo sono due cose diverse. Non mi candiderò più in una prossima legislatura. Non sono per i compromessi nei partiti, avevo creduto nei valori della democrazia orizzontale del M5S, ma poi è cambiato tutto”.
Sull’espulsione della Nugnes il M5S si divide. Roberto Fico: “Farà sempre parte del M5S. Niente può cancellare 12 anni di lavoro, progetti, coraggio vissuti insieme”
Il M5S si divide sulla decisione di espellere la Nugnes dal gruppo parlamentare. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha contestato duramente la decisione presa dal Direttivo: “Nugnes farà sempre parte del M5S, non si può cancellare il suo lavoro perché il movimento è un sentire e niente può cancellare 12 anni di lavoro, progetti, coraggio vissuti insieme. Dodici anni di strada percorsa fianco a fianco. Se il movimento è qui oggi lo si deve anche al tassello messo da Paola e non si può far finta di non vederlo”.
Paola Nugnes non si riconosce più nei valori del M5S: “Non ho tradito il mandato parlamentare, perché io sono rimasta fedele alle promesse fatte casa per casa in campagna elettorale. Avevamo detto no a una alleanza con la Lega, non ai respingimenti. Sono loro poi a essere cambiati e ad aver tradito quelle promesse. Non mi sono riconosciuta più nel movimento con la modifica dello statuto voluto da Casaleggio nel 2017 che abiura ai valori originari di quello del 2009 a cui avevo aderito io”.