Caso Sea-Watch 3, il Capitano Carola Rackete agli arresti domiciliari: le sue dichiarazioni

Arrestata dalla Guardia di Finanza non appena ha messo piede a Lampedusa, il Capitano di Sea-Watch 3 Carola Rackete ha parlato con i suoi legali e ha chiesto scusa per non essersi fermata all’alt della GdF

Presa in consegna dalla Guardia di Finanza non appena la sua nave è attraccata a Lampedusa, Carola Rackete si trova ora agli arresti domiciliari. Il capitano della Sea-Watch 3 è stata accusata in flagranza di reato per violazione delle norme sul blocco navale. Alla giovane si contestano anche i resti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione (resistenza o violenza contro una nave da guerra). Il capitano, che per entrare in porto ha investito la modovedetta della GdF che le intimava l’alt, ha parlato ai suoi avvocati ed ecco che cosa ha dichiarato.

Carola Rackete arrestata, ecco le dichiarazioni del capitano di Sea-Watch 3

Non può rilasciate dichiarazioni ufficiali, Carola Rackete, che attualmente si trova  Lampedusa in stati di arresti domiciliari. Tramite ciò che la donna ha detto ai suoi avvocati, i Legali dello studio di Alessandro Gamberini, si comprendono le motivazioni che hanno spinto il 31enne capitano a entrare in porto a Lampedusa con le modalità che conosciamo. Carola Rackete, come riportato da il Corriere della Sera, ha spiegato di aver speronato per errore la motovedetta della Guardia di Finanza, che le intimava di non attraccare perché non autorizzata. “Non è stato un atto di violenza, solo disobbedienza. Ma ho sbagliato la manovra.”, ha detto la Rackete rispondendo alle domande che le sono state poste.  Non volevo certo colpire la motovedetta della Guardia di finanza. Non era mia intenzione mettere in pericolo nessuno. Per questo ho già chiesto scusa e lo rifaccio: sono molto addolorata che sia andata in questo modo”, ha detto ancora rispondendo alla domanda “Non c’era la determinazione di fermarsi?”. È stato un errore di avvicinamento alla banchina che l’ha portata a speronare la motovedetta con a bordo cinque finanzieri.

Carola Rackete arrestata, perché i migranti sono sbarcati in Italia

La situazione era disperata. E il mio obiettivo era solo quello di portare a terra persone stremate e ridotte alla disperazione. Avevo paura”. Aveva paura, Carola Rackete. Ma di cosa, nello specifico? “Da giorni facevamo i turni, anche di notte, per paura che qualcuno si potesse gettare in mare. E per loro, che non sanno nuotare, significa: suicidio. Temevo il peggio. C’ erano stati atti di autolesionismo”. Della situazione difficile, dunque, che i migranti stavano vivendo a bordo della Sea-Watch 3. Perché si è diretta verso l’Italia, disobbedendo al coordinamento internazionale “Per me era vietato obbedire. Mi chiedevano di riportarli in Libia. Ma per la legge sono persone che fuggono da un Paese in guerra, la legge vieta che io le possa riportare là”. Qui il link per  leggere tutte le domande che sono state poste a Carola Rackete.

Maria Mento