Ha sbagliato un calcio di rigore – come è accaduto a pressoché chiunque ne abbia calciato più di uno – ma l’errore è costatoalla propria nazionale l’eliminazione dalla massima competizione continentale.
E’ successo a William Tesillo, difensore colombiano che ha fallito il propri tentativo dagli undici metri nei quarti di finale contro il Cile, giocati venerdì e decisi dalla lotteria dei rigori.
L’errore ha portato Tesillo, che gioca in patria nel Santa Fè, a ricevere una gran quantità di minacce di morte.
E’ lo stesso difensore 29enne a dichiararlo: “Sì, mi vogliono morto. Sui social mi hanno scritto di tutto”.
E se sui social chiunque si sente autorizzato a scriverre qualsiasi cosa a chiunque, il fatto che ci si trovi in Colombia rende le minacce un po’ più inquietanti, visto il precedente di Andres Escobar – solo omonimo del narcotrafficante, ucciso nel 1994 a causa di un autogol, risultato decisivo nell’eliminazione dal Mondiale americano.
Conferme alle minacce sono giunte pure da parte della moglie: “Ho paura. Hanno minacciato anche me e i nostri figli. Potrei passare tutto il giorno a pubblicare tutte le intimidazioni che ci hanno scritto”. Proprio la moglie ha condiviso su Instagram lo screenshot di alcuni messaggi, dal significato inequivocabile (eviteremo di tradurvele):
Dal canto suo il padre del calciatore si è così espresso, mostrandosi alquanto fatalista: “riguardo le minacce ricevute da mio figlio possiamo solo pregare. Bisogna rendersi contro che è solo calcio, si può vincere e si può perdere”. Ché il calcio è solo un gioco.