Dopo essere tornata libera dopo la mancata convalida dell’arresto, Carola Rackete ha lasciato Agrigento ma dovrà tornare presto in terra siciliana – il 9 luglio – per mettersi a disposizione dei pm per il filone d’inchiesta che la vede indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Come spiegato dalla portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi: “Carola è in Italia, ma non è detto che ci resti nei prossimi giorni. Per lei abbiamo dovuto fare un piano di evacuazione per proteggerla dalla stampa, non per nasconderla, ma per consentirle di avere del tempo per risposare e per preparare la sua deposizione del 9 luglio. Sta bene. Ha trascorso tre giorni di isolamento, non si rende conto della risonanza che la vicenda sta avendo. Chiede continuamente dei migranti salvati e ringrazia ancora l’equipaggio, i suoi legali e tutti per la solidarietà”.
Intanto i legali della ONG tedesca stanno studiando le carte in vista del secondo interrogatorio per il succitato filone d’inchiesta.
Dopo l’interrogatorio, la speranza di Carola è quella di poter finalmente tornare a casa, dopo i giorni in mare (e dopo la grossa esposizione mediatica).
Nota di colore finale. Scherzando, la capitana della nave della ONG avrebbe detto (secondo quanto riferito dalla portavoce Sea Watch): “Forse è il caso che emigro in Australia ad occuparmi di albatros“. Pare proprio che Carola non abbia troppa voglia di stare ancora al centro dei riflettori.