Carola Rackete si racconta, tra querela a Salvini e le bugie: “Non sono ricca e non mi sento tedesca”

carola rackete

Abbiamo già parlato ieri delle interviste rilasciate da Carola Rackete allo Spiegel tedesco e a La Repubblica, accennnando alcuni degli argomenti trattati.

Quest’oggi le interviste sono uscite integralmente e di seguito vi riportiamo alcuni estratti tratti dalle parole rilasciate al quotidiano italiano.

Parole che sicuranno hanno fatto triggerare i sovranisti di tutto il mondo, che potranno accusare Carola di essere a tutti gli effetti una globalista apolide.

Dinnazi al quesito se ci sia un posto che ritiene casa propria, infatti, Carola ha risposto con un secco “no”.

Perché Carola è una abitante del mondo (dell’Europa, sarebbe meglio dire, vedendo la risposta che vi ripotermo di seguito) – ed è tutto fuorché la sbruffoncella comunista, criminale e pirata dipinta da Matteo Salvini.

Proprio al riguardo, circa le parole di Salvini, Carola ha voluto replicare: “L’ho querelato per questo. E l’ho denunciato per istigazione a delinquere. I sovranisti sono tutti uguali: distorcono i fatti e li trasformano in opinioni. Le loro opinioni”.

Carola figlia di papà? La risposta

E non è vero neanché che si tratti di una ragazza figlia di una famiglia ricca: “Bugie. Mio padre è in pensione e lavorava in una compagnia che produce giubbotti antiproiettile. Mia madre fa parte di una piccola Ong legata alla Chiesa, si occupa dei detenuti e viene regolarmente insultata per questo. Quando ero teenager dovevo lavorare se volevo andare in vacanza”.

Chi è quindi davvero Carola? E’ la stessa ex capitano della SeaWatch 3: “Sono un’ambientalista convinta, atea e cittadina europea. Giro il mondo da quando ho 23 anni. Non mi sento particolarmente tedesca, sto in Germania appena un mese all’anno. Siamo cresciuti con l’idea dell’Unione Europea, e troppo spesso ci dimentichiamo quanto sia importante quest’istituzione. Dovrebbe essere ancora più integrata, così gli Stati sarebbero costretti ad accettare la redistribuzione dei richiedenti asilo, invece di fare quei balletti ridicoli. Alle ultime Europee ho votato per Yanis Varoufakis”.

Per finire, una battuta sulla possibilità di far salire sulla nave Matteo Salvini: “Non possiamo. Abbiamo una regola molto rigida: niente razzisti a bordo”.