Attivista LGBTQ+ uccisa: era stata messa in una “lista nera” da un quotidiano omofobo

Attivista LGBT+ uccisaYelena Grigoryeva, attivista LGBTQ+, è stata brutalmente assassinata nel suo appartamento. Giorni prima era stata inserita in una lista di “ricercati” da un giornale omofobo.

La vita di Yelena Grigoryeva è stata brutalmente interrotta lo scorso sabato. La donna, attivista LGBTQ+ molto impegnata da sei anni a questa parte, è stata trovata priva di vita nel suo appartamento di San Pietroburgo. L’assassino l’ha prima accoltellata ed in seguito strangolata. Un omicidio truce che delinea una dinamica di odio.

La donna era onnipresente alle apparizioni pubbliche contro la discriminazione sessuale nei confronti della comunità LGBTQ + dal 2013 ad oggi. Ogni occasione era utile per pubblicizzare la condizione in cui sono costretti a vivere 5 milioni di omosessuali in Russia, specie da quando è stata approvata la legge che vieta l’insegnamento di teorie sessuali comprensive degli orientamenti LGBTQ+ nelle scuole.

La pista omofobia nell’assassinio dell’attivista LGBTQ+

Dato il clima di tensione sull’argomento sessualità che si respira in Russia, una delle ipotesi valutate dagli agenti che si stanno occupando del caso è quella di omicidio compiuto per motivi di odio contro gli omosessuali. A spingere verso questa ipotesi c’è il fatto che un sito omofobo avesse pubblicato una lista di attivisti, tra cui la povera Yelena, a cui dare la caccia.

Nell’articolo in questione, secondo quanto riportato da ‘Vice’ (il sito in questione è stato oscurato dopo l’omicidio), invitava i suoi lettori a rintracciare e cacciare gli attivisti LGBTQ+ in cambio di premi in denaro. In base a questo precedente la pista dell’omicidio “Politico” risulta quella più plausibile. Al momento, però, non ci sono prove contro qualcuno di specifico e dunque bisognerà attendere il prosieguo delle indagini per avere qualche certezza sull’accaduto.