Nuovi dettagli sulla vicenda Bibbiano sono stati riportati da ‘Il Resto del Carlino’.
Una donna sarebbe stata nominata affidataria di due bambini tra il 2017 e il 2018, ma quei due piccoli (un maschietto ed una femminuccia) sono rimasti affidatari alla donna solo sulla carta: la responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza Federica Anghinolfi – agli arresti domiciliari per falso in atto pubblico, abuso d’ufficio, violenza privata e lesioni gravissime – avrebbe fatto firmare queste carte nell’ambito di una collaborazione professionale.
Caso Bibbiano, spunta un caso di affido “fantasma”
Ma andiamo con ordine: nel 2016 la donna si rivolge era rivolta ai servizi sociali della Val d’Enza (“a cui mi indirizzò il centro per l’impiego. Feci un tirocinio di segreteria, percependo 550 euro mensili per i primi sette mesi”, racconta la donna) e così entra in contatto con la Anghinolfi: “Le chiesi di poter lavorare e lei mi propose come cuoca all’App per tre volte alla settimana in cambio di 360 euro al mese. Lei mi disse che era necessario formalizzare la mia attività attraverso un documento”.
Di lì a poco, la donna scoprirà che il documento in questione – volto a formalizzare questa collaborazione lavoativa – è legato all’affido di un minore: “Mi fu consegnato un foglio dove Federica indicava che mi dava un bambino in affido sostegno”.
“In realtà, né nel 2017, né nel 2018 diedi ai due minori alcuna accoglienza. Li conosco solo perché a pranzo cucino per loro e per tutti gli altri ragazzi. Non conosco le loro storie e neppure chi siano i genitori”, ha quindi aggiunto la donna.
Che ha poi spiegato il motivo per cui fosse stata scelta come affidataria pro forma: “Da quel momento i servizi sociali, a cui il centro ‘Hansel e Gretel’ trasmette le fatture a me intestate per la psicoterapia del minorenne, mi anticipano ogni mese la somma sul mio conto. Poi io, come da indicazioni di Federica, faccio un bonifico alla ‘Hansel e Gretel’”.
A testimonianza che alle spalle di tutto questo sordido caso ci sono principalmente ragioni economiche.
Caso Bibbiano, spunta un caso di affido “fantasma”
Andando invece agli affidi reali, secondo quanto scritto quest’oggi da ‘Il Giornale’ – che cita le intercettazioni riportate nell’ordinanza della Procura di Reggio Emilia, la Anghinolfi avrebbe parlato con alcune coppie destinatarie degli affidi facendo intendere che i bambini sarebbero potuti rimanere in affido senza un limite di tempo (l’affidamento familiare, a differenza dell’adozione, dovrebbe avere anche un termine).
Dinnazi alle osservazioni delle famiglie affidatarie preoccupate di affezionarsi troppo ai piccoli, la dirigente dei servizi sociali tendeva a far intendere che, se i genitori continuavano ad essere ritenuti inadeguati a crescere i propri figli (e a ritenerlo sarebbero comunque stati gli stessi servizi sociali da lei diretti), i bambini sarebbero rimasti presso la famiglia affidataria a tempo indeterminato. In barba alla peculiarità dell’affido temporaneo (che, per l’appunto, è temporaneo).
Leggi anche: Caso Bibbiano, come stanno le cose secondo quanto emerso ad oggi