Il parlamentare del Partito Democratico Scalfarotto risponde alle dure critiche ricevute, anche dal PD, per la visita agli americani accusati dell’omicidio del carabiniere.
La decisione di Scalfarotto, parlamentare del PD, di fare visita ai due americani accusati dell’omicidio di Mario Cerciello Rega ha generato un putiferio. Il primo ad attaccare il politico è stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma nel corso della giornata sono piovute critiche feroci nei suoi riguardi dalla maggior parte dei politici, compresi alcuni rappresentanti del suo partito. Raggiunto da ‘La Stampa‘, il parlamentare ha voluto chiarire il motivo della sua visita al carcere di Regina Coeli, rimandando al mittente le accuse che il suo gesto sia stato irrispettoso nei confronti dell’Arma.
Scalfarotto risponde alle polemiche per la visita in carcere agli americani
Il primo concetto che vuole fare emergere Scalfarotto è che il suo gesto è stato un atto doveroso: “La mia ispezione era una verifica della tenuta dello Stato democratico: abbiamo già accettato che le persone possano affogare in mare, che possano stare sul ponte di una nave senza assistenza. Per fortuna posso dire che la polizia penitenziaria sta gestendo la situazione con grande professionalità. In uno Stato di diritto è doverosa la solidarietà per la vittima, ma lo Stato deve anche rispettare chi ha commesso il crimine più efferato”.
I dubbi sul rispetto dei due imputati era stato sollevato dalla foto dell’americano bendato emersa domenica su tutti i giornali e per il rappresentante del PD era giusto accertarsi che non fossero state compiute delle azioni violente nei suoi confronti. Nella stessa intervista Scalfarotto infine si rivolge ai suoi: “Il mio auspicio è che il mio partito non subordini mai la tutela dello Stato democratico a valutazioni di opportunità politica. Questa è una posizione dalla quale non mi muovo. Non si può mettere in secondo piano neanche per un secondo la tutela dello Stato di diritto. Una volta che lo accetti non torni più indietro. E mi sembra che per il partito il problema non è tanto l’ispezione in sé, ma la reazione che c’è stata”.