Nei Paesi Usa in cui la cannabis è legale i decessi di persone che fanno uso e abuso di oppiacei sono calati del 20%. I dati, che sembrano interessanti, di una ricerca condotta oltreoceano
Le overdose di oppioidi sono diminuite del 20% in quei Paesi statunitensi che hanno adottato la cannabis ricreativa rendendola legale. Sono questi i dati che arrivano da uno studio pubblicato ieri e che mette a confronto il numero dei decessi avvenuti per questo motivo nel 2017, cioè 47600, con i dati che riguardano il periodo immediatamente successivo. Le quasi 50mila persone morte per uso e abuso di oppiacei aveva fatto sì che lo stesso Trump parlasse di “emergenza sanitaria pubblica”.
La cannabis legale combatte l’uso di oppiacei? Lo studio sulla rivista Economic Inquiry
La marijuana è legale per scopi terapeutici in 34 Paesi degli Stati Uniti e in 10 di questi è ricreativa. In questi Paesi si è scoperto che si verificano meno decessi rispetto al periodo in cui la cannabis non era legale. Si tratta di uno studio che ieri è stato pubblicato sulla Economic Inquiry e che fornisce dei dati interessanti sulla legalizzazione della cannabis. Da quanto è stata resa legale, i decessi causati dall’uso di sostanze stupefacenti oppiacee hanno subito un calo che si stima tra il 20% e il 35%. In particolar modo, è calato il numero di decessi legati all’utilizzo di fentanil, considerata la droga più letale di tutti gli States. Lo studio, realizzato dall’università di Amherst e guidato da Nathan Chan che ne è il fautore principale, ha messo in evidenza lo status quaestionis, partendo dai momenti in cui la cannabis non era ancora legale fino a quando lo è diventata, attraversando tutte le fasi del processo legale che ha portato all’accettazione della sostanza nei vari Stati.
La cannabis legale combatte l’uso di oppiacei? La legalizzazione ha influenzato positivamente gli Stati che l’hanno approvata
Dallo studio è emerso che i Paesi che hanno legalizzato l’uso di cannabis ricreativa non sono stati influenzati negativamente dall’escalation di uso di oppiacei come quelli che non lo hanno fatto. Natah Chan ha spiegato che queste differenze messe in luce dallo studio potrebbe coinvolgere la crescita di autotrattamenti che “alleviano il dolore attraverso l’uso di marijuana e sono quindi meno probabili di diventare dipendenti dagli oppiacei“. Si tratta, sicuramente, di uno studio che avrà bisogno di ulteriori approfondimenti, e che certo non ci dà risposte univoche e sicure. Un precedente studio era addirittura giunto a conclusioni diametralmente opposte, e cioè che l’uso di cannabis aumentasse l’uso di oppiodi al di fuori di una corretta prescrizione medica.
Maria Mento