Il governo tedesco ordinò lo sbarco dei migranti della Sea-Watch 3 in Italia? È polemica sulle parole di Carola Rackete

Secondo alcuni giornali italiani, Carola Rackete- la comandante della Sea-Watch 3- avrebbe ammesso di aver ricevuto un ordine preciso dal suo governo: far sbarcare i migranti a Lampedusa. Ma è una bufala

Il governo tedesco avrebbe ordinato a Carola Rackete, il comandante della Sea-Watch 3, di far sbarcare i suoi migranti in Italia. Questo il tenore di alcune dichiarazioni che- secondo delle testate giornalistiche italiane- Carola Rackete avrebbe fatto nel corso di un’intervista rilasciata alla tv pubblica tedesca. Ammissioni pesantissime, che se fossero vere darebbero ragione all’estrema destra italiana sul controllo delle Ong da parte di Germania e di altre nazioni del Nord Europa. Ma la parola “bufala”, con una notizia del genere, era dietro l’angolo e  alcune testate hanno chiaramente parlato di fake news: la Rackete non avrebbe rilasciato nessuna dichiarazione del genere. Dove sta la verità? Cerchiamo di ricostruire l’esatto ordine con il quale si sarebbero svolti i fatti.

Bufala su Carola Rackete? L’articolo pubblicato da TPI

La notizia che ha iniziato a diffondersi la settimana scorsa su Carola Rackete e su una sua presunta ammissione sul coinvolgimento del governo tedesco nell’affare riguardante migranti e Ong è stata bollata, da alcune testate giornalistiche italiane, come fake news. Altre, invece, sostengono che le parole di Carola Rackete siano da confermare e che sia giusta la traduzione riportata da TPI. Ma, per cercare di capire meglio tutto il discorso, dobbiamo partire dall’inizio.

Il 7 agosto 2019 TPI ha pubblicato un articolo in cui si riportavano delle parole pronunciate da Carola Rackete in un’intervista rilasciata alla tv di Stato tedesca: “Il ministro dell’Interno tedesco (Horst Seehofer) insistette perché i migranti venissero registrati in Italia. Ciò vuol dire che una soluzione ci sarebbe potuta essere”. L’articolo è stato ripreso da altre testate italiane, come La Verità e IlGiornale.it, ma subito dopo si è cercato di approfondire la notizia in seguito al profilarsi di una domanda legittima: il capitano della nave Sea-Watch 3 poteva realmente aver detto una cosa del genere o si era sbagliato nel tradurre le sue parole? Secondo un articolo pubblicato ieri da IlGiornale.it, la notizia sarebbe confermata. La testata ha preso contatti con un madrelingua tedesco che ha confermato tutto: “Confermo. Ha detto questo. Giusto quello che scrive Tpi“, ha scritto la persona interrogata ai membri della redazione, tramite WhatsApp.

Bufala su Carola Rackete? Le polemiche successive

Esiste una polemica che è nata dopo la pubblicazione dell’articolo di TPI. In particolar modo, pare che Il Post abbia accusato ilGiornale.it e La Verità di aver ripreso quell’articolo distorcendone il contenuto. È il caso di Open, che ha puntato il dito contro IlGiornale.it parlando di una bufala creata ah hoc dalla testata sul coinvolgimento del governo tedesco nella questione, posizione che tra l’altro è sempre stata sostenuta dalla desta italiana.

Questa la spiegazione grammaticale pubblicata da TPI sulla traduzione delle parole del capitano, e sembra inequivocabile l’esistenza di un ordine implicito: “Bestehen auf’ è un’espressione che contiene il verbo ‘bestehen’ ed ha un significato forte in tedesco: non è un consiglio ma un’espressione di forte volontà. Questo verbo è utilizzato, ad esempio, in espressioni traducibili come: ‘Voglio che tu mi dica la verità’ (‘Ich bestehe darauf, dass du die Wahrheit sagst’), tanto che in queste espressioni si utilizza come sinonimo del verbo ‘pretendere’ o ‘verlangen’: ‘Pretendo che tu mi dica la verità’ (Ich verlange, dass du die Wahrheit sagst)”. Insomma, tra accusa e difesa, il rischio che il lettore possa fare confusione tra verità e notizia falsa è alto.

Seguiranno ulteriori aggiornamenti sulla vicenda.

Maria Mento