La Cassazione ha sentenziato che l’utilizzo della scopa per infliggere delle lesioni personali è da considerare un’aggravante di reato.
La Corte di Cassazione è stata chiamata ad esprimersi su un caso di violenza domestica. Un uomo era stato denunciato dalla moglie per violenze reiterate e successivamente condannato in primo grado per lesioni aggravate per aver colpito la donna con degli strumenti, i manici delle scope, atti ad offendere.
La difesa ha fatto ricorso in Cassazione al fine di contestare l’aggravante, sostenendo che l’utilizzo delle scope non fosse comprovabile: secondo il legale la persona offesa si è contraddetta più volte sul numero di scope utilizzato ed è stata smentita da un testimone, perciò la sua testimonianza sarebbe inaffidabile.
La sentenza della Cassazione: l’uso di scope per picchiare è un’aggravante
Con la sentenza n. 28033/2019 la Corte Suprema ha rigettato il ricorso della difesa. Nel motivare la propria decisione il giudice ha fatto presente al legale dell’accusato che il Tribunale di primo grado ha fatto affidamento sulla compatibilità delle ferite a referto con l’utilizzo di un manico di scopa come strumento atto ad offendere. Inoltre ha fatto presente, citando la Sezioni Unite n 41461 del 19 luglio/24 ottobre 2012, che le sole dichiarazioni della persona offesa possono essere ritenute prove sufficienti, qualora non venga dimostrato che la persona in questione è inattendibile.
In questo caso, vista la presenza di un referto medico che conferma l’accusa, le contraddizioni sul numero di scope e la testimonianza di un terzo non sono sufficienti a dimostrare l’inattendibilità della testimonianza della persona offesa. Infine viene fatto presente dalla Cassazione che qualsiasi oggetto utilizzabile per ferire una persona è, in base alla legge n 110 del 1975, considerabile come un arma. Questo si traduce con il fatto che nel caso in questione l’utilizzo del manico di scopa è da considerare un un’aggravante per le lesioni personali inflitte alla donna.
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Davide Colono