Da sabato scorso la nave Alan Kurdi è ferma al confine delle acque maltesi in attesa di un porto per far sbarcare i naufraghi. Tensione e minacce di suicidio a bordo.
Continua la tensione nel Mar Mediterraneo. Da sabato scorso la nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea-Eye si trova ferma al confine con le acque territoriali di Malta, dopo aver soccorso 13 migranti alcuni dei quali minori. I migranti sono allo stremo delle forze e hanno minacciato di gettarsi in mare togliendosi la vita.
Dure le parole pronunciate dalla Sea-Eye contro l’Italia: “Il nuovo governo evidentemente mantiene una debita distanza contro i salvataggi in mare della società civile”.
L’ong Mediterranea tramite un tweet ha analizzato la situazione: “La situazione a bordo della Alan Kurdi è sempre più grave per i naufraghi soccorsi. Chiediamo che il governo italiano assegni un porto sicuro subito, come previsto dalla legge”.
Il soccorso da parte della Alan Kurdi è avvenuto esattamente una settimana fa ed è immediatamente iniziata la ricerca da parte della Ong di un porto sicuro dove poter sbarcare i migranti.
Alan Kurdi in attesa di un porto sicuro. Sea Eye: “Il nuovo governo mantiene una debita distanza contro i salvataggi in mare”
La Sea-Eye è apparsa scettica anche verso il nuovo governo italiano: “L’Italia ha un nuovo governo. Quindi abbiamo chiesto alle autorità italiane se il così chiamato Decreto Salvini fosse ancora valido. Ci hanno risposto che è ancora valido, evidentemente il nuovo governo mantiene una debita distanza contro i salvataggi in mare della società civile”.
Dure anche le parole di Silvja Manzi, segretaria di Radicali Italiani: “Da questa vicenda emergono con chiarezza due fatti, entrambi molto preoccupanti. Il primo è che finché rimarranno in vigore i decreti sicurezza, che consentono di imporre un divieto inumano e incostituzionale all’ingresso nelle acque territoriali alle navi delle ong, questo divieto continuerà a essere imposto, anche senza Salvini al Viminale. La seconda è che la retorica populista, che proprio su migranti e richiedenti asilo ha trovato nei precedenti 14 mesi le espressioni più disgustose, continua a condizionare pesantemente anche questo esecutivo. Almeno per ora. Speriamo in una rapida inversione di rotta”.