
Un attivista vegana è stata accusata di aver causato la morte di 90 conigli in seguito alla missione di salvataggio degli animali da una fattoria.
Lo scorso 1 settembre, in Catalogna, un gruppo di attivisti ha fatto irruzione in una fattoria per salvare dalle catene della produzione industriale 16 conigli. Ne è nato uno scontro tra loro ed i proprietari dell’allevamento che è stato risolto in parte dall’intervento dei Mossos de Esquadra (le forze speciali della polizia catalana).
Più tardi nella stessa giornata, Mia, una delle attiviste che hanno compiuto il salvataggio, ha denunciato l’aggressione subita da parte degli allevatori. La ragazza mostrava la ferita causata dai vetri di un finestrino rotto, a suo dire, da un colpo di arma da fuoco. L’attivista vegana ha anche accusato la polizia di aver negato loro la scorta fino alla clinica veterinaria in cui hanno portato i conigli.
Attivista vegana accusata di aver ucciso 90 conigli nell’operazione di salvataggio
Per tutta risposta gli allevatori hanno accusato l’attivista di aver causato la morte di circa 90 conigli. A quanto pare le madri sarebbero state portate via poco dopo aver partorito i cuccioli, facendo così mancare ai neonati il supporto vitale necessario nelle prime fasi di vita. Mia, però, rigetta le accuse degli allevatori sostenendo che si tratta di “false informazioni”.
L’attivista ha rassicurato i propri follower, dicendo loro che l’intrusione nell’allevamento è stata fatta in maniera pacifica ed ha aggiunto: “Siamo stati all’interno della fattoria meno di 5 minuti, abbiamo toccato solamente i sedici conigli portati via e stanno tutti bene, al contrario di quando li abbiamo salvati poiché erano malati a causa delle condizioni di vita a cui erano costretti”. Per quanto riguarda invece le accuse di aver privato i cuccioli delle madri, Mia ha risposto: “Non abbiamo lasciato alcun bambino senza la madre visto che abbiamo salvato solo i più giovani”.