Il più largo radiotelescopio cinese ha registrato oltre 100 segnali dallo spazio profondo, gli scienziati stanno cercando di capire da dove provengano.
Grazie all’impiego di Tainyan, un radiotelescopio dal diametro di 500 metri situato nella regione di Guizhou (sud-est della Cina) sono stati catturati oltre 100 segnali FRB (impulsi radio veloci) dalla profondità dello spazio. Tali segnali provengono tutti da una stessa fonte chiamata dagli scienziati “FRB121102“. In questo momento gli studiosi stanno confrontando i dati a disposizione tramite una proceduta di controllo incrociato nella speranza di capire l’esatta posizione della sorgente sonora.
Possibile che ci si trovi di fronte a dei segnali inviati da pianeti o navicelle aliene? Al momento l’ipotesi più credibile è che il segnale percepito non sia di natura aliena, ma attribuibile a dei fenomeni naturali che si stanno verificando nello spazio profondo. La teoria che ha maggiori sostenitori è quella secondo cui gli impulsi radio siano il risultato delle collisioni tra le stelle di neutroni e i buchi neri.
L’ipotesi delle Magnetars e le implicazioni della loro esistenza
Un’altra ipotesi è quella che si tratti di una Magnetar, ovvero una stella con un campo magnetico molto potente. Tale ipotesi è stata portata avanti per la prima volta nello scorso luglio, quando è stato registrato un altro impulso da una galassia distante 7.9 bilioni di anni luce dalla Via Lattea. Ad emettere il suono sarebbe proprio il potente campo magnetico che circonda la stella di neutroni.
Qualunque sia l’origine dell’impulso radio, la scoperta non va in contrasto con la possibilità dell’esistenza di altri sistemi in cui ci siano forme di vita. Anzi, proprio l’esistenza di sistemi simili alla Via Lattea, induce a pensare che vi possano essere pianeti con condizioni che permettano la vita. La sfida degli scienziati al momento è quella di capire da quale punto dell’Universo provengano i segnali. Fino ad ora non è stato possibile proprio per via delle dimensioni del radiotelescopio che permettono di percepire segnali più distanti, ma non al contempo di tracciarne l’esatta posizione.