Grazie ad uno scoop di TPI è venuta a galla una denuncia ai danni della Ministra Bellanova da parte degli ex dipendenti di Almaviva.
Se si escludono i protagonisti principali del ribaltone politico che ha portato al nuovo governo Conte, la ministra Bellanova, a cui è stato affidato il Ministero dell’Agricoltura, è sicuramente la personalità di governo più chiacchierata in questi giorni. Le prime polemiche sono state legate ad un commento irrispettoso di Capezzone, attaccato unitamente dal popolo di Twitter e dai politici che lo hanno tacciato di maschilismo e cattivo gusto.
In queste ore, però, è emersa una polemica che riguarda l’operato della Bellanova nel 2016, quando era vice-ministra. Pare infatti che la dem sia stata denunciata ad inizio del 2017 in seguito al fallimento della mediazione tra Almaviva, il Governo PD e i dipendenti. Come molti ricorderanno, infatti, l’azienda aveva annunciato un licenziamento di massa entro ottobre 2016 ed il governo, insieme alle Confederazioni, aveva trovato un accordo che prevedeva la proroga della procedura di mobilità per ottenere tre mesi di tempo in più per raggiungere una mediazione tra le parti.
Il 21 dicembre dello stesso anno è scaduto il termine, i dipendenti della sede di Napoli (845 lavoratori) hanno accettato le condizioni proposte da Almaviva, mentre quelli di Roma (1666 lavoratori) hanno rifiutato la stipula dell’accordo. Ad essere contestato alla ministra sarebbe l’atteggiamento tenuto nel corso dell’ultima riunione, quella decisiva per permettere ai lavoratori di mantenere il posto.
La querela dei dipendenti Almaviva a carico della Ministra Bellanova
Secondo quanto riportato da ‘TPI‘, i dipendenti Almaviva (20 persone in tutto) nella denuncia riportano una presunta accusa della Bellanova ai sindacalisti, rei di aver perso di vista il bene dei lavoratori. Quindi a fine colloquio avrebbe spinto i lavoratori ad accettare la proposta dell’azienda per non incorrere nel licenziamento. Nella denuncia, dunque, i lavoratori dicono di essersi visti costretti ad accettare un accordo iniquo sotto minaccia, per il quale avrebbero lavorato lo stesso numero di ore ma guadagnato solamente 500 euro al mese.
La risposta di Almaviva e della ministra
TPI spiega di aver contattato Almaviva e che la portavoce dell’azienda gli ha comunicato che non è giunta alcuna comunicazione sull’avvio di una procedura penale dopo la denuncia dei lavoratori. La redazione ha quindi contattato la diretta interessata, la quale ha risposto per iscritto alle loro domande.
In primo luogo la neo ministra si dice ignara di tutto: “Non ho mai ricevuto notizia né mi è stato mai notificato alcunché”. Quindi difende il suo operato in quella occasione: “La trattativa era aperta. Tutti possono testimoniare sul mio tentativo difficilissimo di mediare per cercare di trovare un accordo che consentisse, in un contesto drammatico, la mediazione tra posizioni contrapposte”. Infine spiega che la soluzione proposta era l’unica possibile in quella situazione, aggiungendo inoltre: “Le Rsu di Napoli firmarono e, pur tra varie difficoltà, sono ancora al lavoro. Le Rsu di Roma hanno purtroppo fatto un’altra scelta”.